David Sánchez, fratello del presidente del governo, dovrà finalmente recarsi il prossimo gennaio a testimoniare come imputato presso il tribunale di Badajoz. Il giudice Beatriz Biedma, che indaga sul caso di presunte irregolarità nell’assegnazione di un posto nel Consiglio provinciale di questa provincia dell’Estremadura al parente di Pedro Sánchez nel luglio 2017, ha respinto con ordinanza emessa mercoledì il ricorso presentato dalla Procura contro la decisione di convocare sia Sánchez che altre otto persone indagate, tra cui il segretario generale del PSOE dell’Estremadura e il presidente del Consiglio provinciale di Badajoz, Miguel Ángel Gallardo.
Il pubblico ministero ha ritenuto che, nella decisione giudiziaria in cui sono stati citati, il giudice non ha specificato né le prove contro ciascuno di loro né i reati per i quali erano indagati e, pertanto, dovrebbe revocarla. Il giudice respinge categoricamente questa argomentazione della Procura e ricorda nell’ordinanza che “in ognuna delle delibere emesse […] I fatti indagati e la presunta partecipazione degli indagati ad essi sono stati accertati in dettaglio”. E aggiunge che o non sono stati impugnati o, quando qualcuno lo ha fatto, sono stati confermati dal Tribunale provinciale.
Nella sua risoluzione, il giudice sottolinea che, quando la denuncia viene accolta, nello stesso atto è concordata la citazione in qualità di inquirente della denuncia. “E questo non significa, in applicazione del principio di presunzione di innocenza, che quella persona ha commesso un reato, e nemmeno che ne verrà imputato, ma piuttosto che il giudice istruttore ha la funzione e il dovere di indagare su tutti i fatti fatti che possono costituire reato”. In questo senso, aggiunge che “ai tribunali investigativi si rivolgono quotidianamente persone di ogni tipo, dai criminali abituali ai professionisti in qualsiasi campo tecnico o giuridico, tutto in applicazione del principio di uguaglianza davanti alla legge”. E conclude argomentando la sua decisione che “qualsiasi persona, chiunque sia e qualunque sia la sua professione, a cui viene imputato un atto che possa avere rilevanza penale, è chiamata a testimoniare come indagata”.
Riguardo alla tesi della Procura secondo cui l’ordinanza conteneva solo un “riferimento generico” ai “reati contro la Pubblica Amministrazione indagati” senza individuare i fatti asseritamente commessi da ciascuno, il giudice riproduce per confutare il contenuto della delibera della stessa ha autorizzato l’Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil a cestinare gli account di posta elettronica degli indagati come esempio di ciò. “Come si vede, non solo sono dettagliati i fatti, ma sono espressamente determinate la posizione ricoperta da ciascuno degli indagati e la loro specifica partecipazione al procedimento di creazione dell’incarico indagato e/o alla sua successiva modificazione.”
L’ordinanza del giudice aggiunge che, inoltre, l’ultimo verbale dell’UCO incorporato nel caso conteneva un allegato di ciascuno degli indagati con i messaggi intercettati più rilevanti per il caso. “Queste email sono state esaminate nella loro interezza da questo giudice prima di decidere quali persone dichiarare indagate”, sottolinea. Per tutti questi motivi, conclude che “non è stata causata alcuna impotenza agli indagati”, come sostiene la Procura, e respinge il suo ricorso, che dovrà ora essere esaminato dal Tribunale provinciale di Badajoz. Finora questo organo giudiziario ha sostenuto le decisioni del giudice in questo caso fino a tre volte. L’ordinanza significa quindi che si mantengono le convocazioni dei nove imputati, in attesa che l’avvocato difensore del fratello di Pedro Sánchez risolva i problemi per poter essere presente il 9 gennaio, giorno in cui è prevista la deposizione del cliente del fratello .
L’indagine sul fratello di Pedro Sánchez è iniziata lo scorso maggio dopo che Mani Pulite ha presentato una denuncia supportata da informazioni pubblicate dalla stampa secondo cui David Sánchez non ha svolto le funzioni assegnategli nel Consiglio provinciale di Badajoz, non ha svolto il suo lavoro. e risiedeva in Portogallo presumibilmente per evitare di pagare le tasse in Spagna. Inoltre, ha affermato che il fratello del presidente possiede un patrimonio valutato a due milioni di euro, che ha definito sproporzionato rispetto allo stipendio ricevuto e alla sua precedente vita lavorativa. Dopo aver accolto il reclamo, il giudice ha chiesto al Consiglio provinciale di Badajoz abbondante documentazione, oltre ad incaricare l’Agenzia delle Entrate e l’UCO di intervenire nelle indagini. Oltre a Manos Cleans, si sono uniti al caso aperto come accusa anche i gruppi Iustitia Europa, Hazte Oír, Liberum e Vox.
Successivamente il giudice ha ordinato la perquisizione del Consiglio provinciale di Badajoz in tre occasioni per intervenire nelle e-mail di diverse persone, tra cui quelle del fratello di Pedro Sánchez e dei dirigenti provinciali del PSOE. Con tutti loro, la Guardia Civil ha preparato un rapporto che è stato inviato lo scorso novembre al magistrato in cui gli agenti hanno sottolineato che l’incarico assegnato a David Sánchez come coordinatore delle attività dei conservatori della provincia di Badajoz è stato creato frettolosamente in Ottobre 2016 – all’epoca Pedro Sánchez si era appena dimesso da segretario generale del PSOE dopo aver perso un voto nel Comitato Federale a causa dei suoi critici – senza precisare i “bisogni primari” che intendevano coprirlo.
Tuttavia i ricercatori non sono giunti ad alcuna conclusione chiara nella loro analisi e, infatti, hanno ammesso che fino ad ora non erano stati in grado di specificare “chi ha avuto l’iniziativa” per creare la posizione. Nel documento della polizia si sottolinea inoltre che non è stata trovata alcuna prova di un presunto aumento ingiustificato del patrimonio della famiglia del presidente, come sottolineato nella denuncia di Manos Liminas. Successivamente, il giudice ha accettato di convocare David Sánchez e altre otto persone come investigatori, cosa che ora ha ratificato.