Il giudice della Corte Suprema respinge la tesi utilizzata da Ábalos per cercare di annullare la sua accusa nel ‘caso Koldo’ | Spagna
Il giudice Leopoldo Puente ha respinto la tesi avanzata da José Luis Ábalos, ex ministro dei Trasporti del governo di Pedro Sánchez, per tentare di annullare il suo procedimento giudiziario presso la Corte Suprema per Il caso Koldo. L’ex leader del PSOE, attuale deputato del Gruppo Misto, sostiene che la Guardia Civil lo ha indagato prima che il Congresso approvasse la richiesta richiesta di accusarlo formalmente (autorizzazione alla giustizia di agire contro un imputato). Ma il docente lo esclude con una risoluzione emessa martedì, con la quale respinge il ricorso presentato dalla difesa dell’ex segretario dell’Organizzazione socialista per invalidare il procedimento aperto nei suoi confronti.
La Procura Anticorruzione si è già espressa contro la tesi di Ábalos: “Non avete dedicato molto tempo alle indagini. Non sei stato affatto indagato”, ha detto all’ex ministro il procuratore capo Alejandro Luzón, durante il suo interrogatorio il 12 dicembre. Il parlamentare sostiene, ad esempio, che gli agenti dell’istituto armato hanno intercettato il 4 novembre 2023 una busta con documenti indirizzata a lui e portata da Joseba García, fratello di Koldo García, suo consigliere durante il suo periodo al ministero.
Tuttavia, come il Pubblico Ministero, il giudice Puente ne sminuisce l’importanza e smentisce numerosi dettagli segnalati da Ábalos. Il giudice sostiene che, nonostante quanto affermato dalla sua difesa, la busta intercettata non era sigillata, né era “indirizzata nominalmente” all’ex ministro. “Al contrario, si afferma [parte de] gli agenti [de la Guardia Civil] “che si trattava di una busta aperta, senza alcun destinatario apparente, che la suddetta Joseba García portava nel suo veicolo”, sottolinea il docente della Corte Suprema, il quale aggiunge che anche i documenti in essa contenuti non hanno “alcuna rilevanza” per queste indagini. Secondo la decisione del tribunale, si trattava di documenti provenienti da “fonti aperte” e “non forniscono alcuna informazione”.
Il magistrato non si ferma qui e distrugge anche il ricorso di Ábalos contro l’ordine di sospensione della sua immunità richiesto dalla petizione al Congresso. Il giudice sottolinea che l’iniziativa di perseguire l’ex ministro si basa su prove sufficienti a suo carico; e non si tratta di “meri o semplici sospetti” basati esclusivamente sulla testimonianza dell’imprenditore Víctor de Aldama, come difende l’ex segretario dell’Organizzazione. “[Hay] indicazioni razionali che Ábalos avrebbe potuto ottenere vantaggi economici da Aldama”, spiega Leopoldo Puente. Secondo l’istruttore non si tratta solo della dichiarazione del commissario, il quale afferma di aver consegnato al politico centinaia di migliaia di euro sotto forma di tangenti. Il riassunto rivela anche che, almeno, il terreno avrebbe acquisito uno chalet a La Línea de la Concepción (Cadice) per il godimento di Ábalos; e ha pagato l’affitto di un appartamento “di lusso” a Madrid per la sua compagna.
Denuncia contro Aldama
In una seconda risoluzione, il giudice rifiuta di concedere, per il momento, la licenza obbligatoria richiesta dal PSOE per sporgere denuncia per il reato di diffamazione e calunnia contro Aldama per il contenuto della sua dichiarazione davanti all’istruttore. L’uomo d’affari ha assicurato di aver pagato tangenti ad altri alti funzionari socialisti, come Santos Cerdán, attuale segretario dell’Organizzazione; Ángel Víctor Torres, Ministro delle Politiche Territoriali; e Carlos Moreno, capo di gabinetto del ministro María Jesús Montero.
Il docente sostiene che ancora – “nella fase decisamente embrionale in cui si trova l’indagine” – non si può dire che queste affermazioni siano false. E aggiunge che l’apertura di un procedimento parallelo per diffamazione, mentre è in corso la fase istruttoria di queste indagini, genererebbe disfunzioni procedurali inaccettabili. Il magistrato esclude inoltre l’apertura di un’indagine sulla “riprovevole” e “sfortunata” fuga di notizie ai media del video della dichiarazione di Ábalos alla Corte Suprema, tenutasi il 12 dicembre e pubblicata dalla stampa il 2 gennaio.