Il gioco è tra truffatori: la giustizia rifiuta di annullare una donazione a causa del cattivo comportamento del figlio perché il padre gli ha fatto il regalo per evitare un debito | I miei diritti | Economia
Una donazione può essere revocato per ingratitudine nel caso in cui il ricevente commetta un reato contro il donatorecome disciplinato dall’articolo 648 del codice civile. Tuttavia, il Tribunale Provinciale di Las Palmas, in una recente sentenza, ha dichiarato che una donazione non dovrebbe sempre essere automaticamente annullata per questo motivo e che bisogna dare un’interpretazione lassista di questa disposizione, tenendo conto delle circostanze specifiche di ciascun caso. (accedi alla sentenza qui).
Nel caso risolto dal Tribunale provinciale di Las Palmas si discute della revoca di una donazione fatta da un padre a uno dei suoi figli. Nel 2012 il padre ha donato i beni del suo patrimonio ai tre figli con l’unico scopo, come lui stesso ha riconosciuto nel corso del procedimento giudiziario, di nasconderli ed evitare così la responsabilità civile (che ammontavano a 148.200 euro) che ha dovuto affrontare dopo essere stato condannato per l’infortunio sul lavoro costato la vita a un dipendente della sua azienda. Anni dopo volle revocare la donazione fattagli per ingratitudine. uno dei suoi figli, che aveva commesso un reato minore di coercizione contro di lui. Nello specifico, aveva modificato le serrature di accesso agli immobili ricevuti in donazione nei quali il padre esercitava la sua attività imprenditoriale e possedeva forniture per ufficio ed edilizia.
La sentenza del tribunale di grado inferiore ha dato ragione al padre e ha sostenuto la revoca della donazione per ingratitudine sulla base della condanna del figlio per un reato minore di coercizione contro il padre. Tuttavia, la Corte ha respinto questo ragionamento poiché lo ritiene Perché ci sia revoca per ingratitudine è necessario che la donazione sia stata fatta per mera liberalità o gratitudine.cosa che secondo i magistrati non si è verificata nel caso di specie. E la donazione non era stata fatta come atto di gratitudine del padre nei confronti dei figli per le attenzioni e l’aiuto prestati, ma come un atto di strategia per proteggere il tuo patrimonio fronteggiare l’eventuale richiesta di responsabilità civile derivante dalla condanna penale per l’infortunio sul lavoro subito da un dipendente della vostra azienda.
Di conseguenza, il tribunale conclude che, poiché lo scopo delle donazioni non era la gratitudine verso i figli, il padre non può invocare il fatto che il figlio abbia commesso un delitto contro di lui per revocarle per ingratitudine, come stabilito dall’articolo 648 del codice civile. «Non si può chiedere la revoca della donazione per ingratitudine quando il motivo o la causa della donazione non è stata la gratitudine verso i donatari, ma piuttosto evitare la responsabilità civile derivante dal reato in caso di condanna», insistono i magistrati.
Infine, la Corte apprezza anche a abuso del diritto e frode del diritto nella pretesa del padre di revocare la donazione fatta al figlio. In primo luogo perché, secondo i magistrati, ha agito in malafede con l’intenzione di nuocere a un terzo revocando la donazione per ingratitudine quando aveva riconosciuto di averla fatta per sottrarre beni al suo patrimonio e quindi non affrontare la responsabilità civile responsabilità e non ringraziare i suoi figli per essersi presi cura di lui. E, in secondo luogo, perché l’interesse del padre quando ha esercitato il diritto di revoca tutelato dalla legge non era legittimo poiché ciò che intendeva con esso non rientra, secondo i magistrati, nell’ordinamento giuridico.
Gli avvocati che hanno ottenuto questa vittoria giudiziaria, Michele Mendoza sì Sergio Cholanidello studio di consulenza legale e tributaria Miralaw, evidenziano che tale pronuncia evidenzia l’importanza di interpretare le norme in relazione al contesto, agli antecedenti storici e legislativi, e alla realtà sociale del tempo in cui devono essere applicate, come indicato da l’articolo 3 del codice civile. “Dobbiamo evitare le applicazioni automatiche e, invece, prestare attenzione ai criteri logici, sociali e teleologici per evitare circostanze ingiuste e abusi dei diritti voluti da chi ha effettuato la donazione”, sottolineano.