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Il fuggitivo 8/1 è detenuto in Argentina – 14/11/2024 – Power


fuggitivo dentro ArgentinaJoelton Gusmão de Oliveira è stato arrestato questo giovedì (14) nella regione di La Plata. C’è una richiesta di estradizione nei suoi confrontirilasciato da STF (Corte Suprema Federale) e inviato a Buenos Aires, circa un mese fa, a causa della partecipazione del brasiliano alla Attacchi dell’8 gennaio 2023.

Secondo le informazioni della polizia a cui si accede dal rapporto, è stato arrestato a seguito di un ordine di arresto e detenzione emesso dai tribunali. Sua figlia Agnes afferma in un messaggio che l’arresto è avvenuto nel momento in cui stava cercando di rinnovare il suo precario e temporaneo documento di immigrazione nel Paese.

Nel verbale della polizia, il luogo di detenzione coincide con un posto presso la Direzione generale delle Migrazioni. Il testo parla dell’atteggiamento sospettoso di Oliveira. Il termine, tuttavia, è solo tecnico. Il motivo, confermano persone a conoscenza del caso, è la richiesta di estradizione. Le informazioni sono state inviate al tribunale federale.

Oliveira era uno dei 63 brasiliani che avevano il loro richiesta di estradizione recentemente inviata dal Brasile all’Argentina. Lui e sua moglie Alessandra sono stati condannati a 17 anni di carcere per la loro partecipazione agli atti antidemocratici dell’8 gennaio.

Secondo le informazioni ottenute dal rapporto attraverso la legge sull’accesso alle informazioni locali, a metà ottobre 185 brasiliani avevano chiesto rifugio in Argentina. A scopo di confronto, nel 2023 erano solo tre. La maggioranza (109) sono uomini e la quota maggiore di richieste è avvenuta nel mese di maggio (47).

Fino a giovedì sera né l’ambasciata brasiliana in Argentina né il consolato generale brasiliano a Buenos Aires avevano informazioni sull’arresto.

Familiari e conoscenti di Oliveira sostengono che la sua cattura, ancora senza ragioni chiare, costituirebbe una violazione delle norme sui rifugiati. Per i fuggitivi, l’Argentina sarebbe uno spazio sicuro perché, in teoria, non potrebbero essere estradati finché l’organismo competente non deciderà sulle loro richieste di asilo, cosa che potrebbe richiedere anni.

Un mese fa, però, un cambiamento nella normativa argentina ha attirato l’attenzione. In un decreto pubblicato dal governo di Javier Milei, si stabilisce che il rifugio non sarà esteso a chi viene denunciato o condannato nel Paese d’origine “per un reato grave”.

Il governo argentino ha spiegato che si tratterebbe di “attività terroristiche, gravi violazioni dei diritti umani o qualsiasi azione che comprometta la pace e la sicurezza internazionale”. Interrogati sul momento, i fuggitivi dissero di non avere paura, ritenendo che le accuse mosse contro di loro fossero di carattere politico e non di reati comuni.



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