L’acquisto in contanti di 3 miliardi di dollari ha impedito al real di seguire la tendenza di svalutazione, tra gli altri, del peso in Messico e Colombia, nonché del rand sudafricano
L’iniezione di liquidità da parte del Banco Centrale ha tenuto il dollaroconsentendo al real di performare rispetto alle valute di altre economie emergenti. Dopo aver oscillato nella mattinata tra il minimo (R$ 6,1496) ed il massimo della seduta (R$ 6,1979), la moneta americana si è stabilizzata in territorio negativo, senza però che il reale abbia mostrato grande slancio. Giovedì (26) si è concluso con il dollaro a R$6,1794, con una modesta svalutazione dello 0,09%. Nel tardo pomeriggio, la moneta di gennaio è scesa a R$ 6,1805 (-0,39%).
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Se all’estero le valute riflettevano la percezione degli investitori che ci fosse meno spazio per tagli di interessi negli Stati Uniti – cosa che ha contribuito alla svalutazione, tra gli altri, del peso in Messico e Colombia, oltre che del rand sudafricano –, in Brasile , l’asta spot da 3 miliardi di dollari, nella prima mezz’ora di contrattazioni, ha impedito al real di seguire il trend.
Secondo il capo economista di Nova Futura Investimentos, Nicolas Borsoi, l’asta BC sembra essere stata più che sufficiente a soddisfare la domanda di dollari, che cala sensibilmente nel periodo tra le feste di fine anno. “Inoltre, tutto va contro il reale: la tensione tra Congresso e magistratura, il dollaro globalmente più forte rispetto alle valute emergenti, il calo delle materie prime”, commenta Borsoi.
*Con informazioni fornite da Estadão Conteúdo
Pubblicato da Matheus Lopes