Il dollaro sale a R$6,18 e la Borsa crolla dopo la frustrazione per il pacchetto fiscale
L’andamento della valuta americana continua ad essere influenzato dalla percezione che le misure del governo federale non saranno sufficienti a riequilibrare i conti pubblici
Dopo due sessioni consecutive di calo, il dollaro ha chiuso questo lunedì (23) in rialzo dell’1,86%, quotato a R$ 6,184, riflettendo la frustrazione del mercato nei confronti pacchetto fiscale approvato da Congresso nell’ultima settimana. Si tratta del secondo tasso di cambio nominale più alto per la valuta americana, dietro solo al record di 6.267 R$ registrato il 18 dicembre. L’andamento del dollaro continua ad essere influenzato dalla percezione che le misure del pacchetto non saranno sufficienti a riequilibrare i conti pubblici.
Secondo XP, il risparmio fiscale stimato per i prossimi due anni è sceso da 52 miliardi di R$ a 43 miliardi di R$, ben al di sotto dell’obiettivo iniziale del governo, che prevedeva 70 miliardi di R$. Ne ha risentito anche la Borsa, che ha chiuso in calo dell’1,09%, a 120.766 punti. Allo stesso tempo, i tassi di interesse futuri hanno registrato un aumento significativo, con il contratto per gennaio 2026 passato dal 14,903% al 15,215%.
Sul piano interno, la sfiducia nella politica fiscale del governo di Luiz Inácio Lula da Silva e l’assenza di nuovi interventi da parte della Banca Centrale (BC) hanno contribuito al movimento al rialzo dei tassi di cambio e dei tassi di interesse. Dall’inizio di dicembre, la BC ha già immesso 27,77 miliardi di dollari nel mercato dei cambi per contenere l’apprezzamento del dollaro. Ci sarà una nuova asta giovedì (26), per un massimo di 3 miliardi di dollari.
Sulla scena internazionale, il rialzo della valuta americana è stato trainato dagli elevati rendimenti dei titoli del Tesoro, dopo che la Federal Reserve ha indicato tagli moderati dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Questa combinazione ha messo ancora più pressione sul mercato brasiliano. Un altro fattore che ha pesato sul mercato è stata la pubblicazione del Focus Bulletin, che segnalava un peggioramento delle aspettative sull’inflazione e sui tassi di interesse. La proiezione dell’IPCA per il 2024 è salita al 4,91%, mentre l’obiettivo ufficiale è del 3%, con un margine di 1,5 punti percentuali. Inoltre, Selic è previsto al 14,75% alla fine del 2025.
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Con la pausa del Congresso e la scarsa liquidità del mercato dovuta alle festività di fine anno, gli analisti avvertono della volatilità nelle prossime sessioni. Nonostante i recenti interventi, le incertezze sullo scenario fiscale rimangono il principale ostacolo alla stabilizzazione economica.
Pubblicato da Felipe Dantas
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale