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Il dollaro crolla dopo che la Banca Centrale ha iniettato altri 5 miliardi di R$ in due nuove aste


O Banco Centrale ha promosso questo venerdì (20) aste straordinarie sul mercato dei cambi, iniettando 5 miliardi di dollari. Si tratta della continuazione di una serie di interventi che, a partire dal 12, hanno totalizzato 25,77 miliardi di dollari, il volume più grande registrato in un solo mese. Nella prima operazione sono stati offerti 3 miliardi di dollari in un’asta in contanti, che ha portato all’accettazione di otto proposte. Nel secondo intervento, la BC ha effettuato un’asta lineare, con l’impegno a futuri riacquisti, generando ulteriori 2 miliardi di dollari. Una terza asta programmata è stata annullata a causa di problemi tecnici.

Dopo le aste, il dollaro operato in declino. Alle 9:53 ha registrato una svalutazione dell’1,18%, quotata a R$6,051. La moneta americana, che giovedì (19) aveva raggiunto i 6,1216 R$, ha accumulato un incremento del 26,15% su base annua. Gli interventi mirano a contenere la svalutazione del real nel contesto della fuga di capitali dal paese. Secondo il presidente della BC, Roberto Campos Netole riserve internazionali di 352,224 miliardi di dollari sono sufficienti per far fronte alle disfunzionalità del mercato dei cambi.

Giovedì, la Banca Centrale ha compiuto la sua più grande azione in un solo giorno dal 1999, immettendo 8 miliardi di dollari nel mercato, provocando un crollo del dollaro del 2,28%. Il futuro presidente della BC, Gabriele Galípoloha affermato che non esiste alcuna prova di un attacco speculativo, contraddicendo le dichiarazioni dei settori governativi che attribuiscono il rialzo del dollaro alle azioni dei mercati finanziari.

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Il rialzo della valuta americana riflette anche le incertezze sul pacchetto fiscale del governo federale, che punta ad azzerare il deficit pubblico entro il 2025. Nonostante l’approvazione di alcune misure da parte del Congresso, gli analisti stimano che il contenimento della spesa non basterà a controllare il debito pubblico . A livello internazionale, anche i dati sull’inflazione provenienti dagli Stati Uniti hanno avuto un impatto sui mercati. L’indice dei prezzi PCE, un indicatore di inflazione utilizzato dalla Federal Reserve, è aumentato dello 0,1% a novembre, mantenendo gli investitori cauti.

Pubblicato da Felipe Dantas





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