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Il dollaro chiude la settimana con una svalutazione del 2,42%, il real sale e Ibovespa chiude vicino allo 0 a 0


Il calo settimanale della valuta americana è stato il maggiore dall’inizio di agosto 2024, terminando questo venerdì (24) a R$5,91; l’indice ha oscillato di soli 713 punti tra il minimo (122.195,69) e il massimo (122.908,08)

Jcomp/FreepikDollaro e quadro fiscale
Dopo una perdita settimanale del 2,42%, la moneta americana accumula nel mese una svalutazione del 4,23% rispetto al real

O dollaro modificato questo venerdì (24), la quinta sessione consecutiva di calo del mercato locale e ha concluso la settimana con una svalutazione del 2,42%, il calo settimanale più grande dall’inizio di agosto dello scorso anno. Il real ha beneficiato, ancora una volta, dell’ondata globale di indebolimento della valuta americana, sulla scia dei toni meno bellicosi del previsto da parte del presidente americano, Donald Trumpnel campo del commercio internazionale. La valuta ha anche tentato di chiudere sotto la linea di R$5,90, con un minimo di R$5,8679, ma ha ridotto significativamente il ritmo di ribasso nel corso del pomeriggio, raggiungendo il massimo nell’ultima ora di negoziazione. Oltre agli aggiustamenti e alle prese di profitto intraday, i trader hanno menzionato un certo disagio per la diffusione delle proposte del governo per mitigare l’aumento dei prezzi alimentari, come la riduzione delle tariffe di importazione.

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O vero In alcuni momenti ha mostrato una delle migliori performance tra le principali valute emergenti e i paesi esportatori di materie prime, ma ha chiuso la giornata con guadagni inferiori a quelli dei suoi principali concorrenti, come il peso messicano e il rand sudafricano. Con un massimo di R$ 5,9251, nel tratto finale della seduta, il dollaro cash ha chiuso in ribasso dello 0,12%, quotando a R$ 5,9186, il valore di chiusura più basso dal 27 novembre, quando aveva toccato R$ 5,9135. Dopo aver perso il 2,42% nella settimana, la moneta americana accumula nel mese una svalutazione del 4,23% rispetto al real, che a gennaio registra guadagni inferiori solo a quelli del peso colombiano e del rublo russo tra le valute più rilevanti.

Nonostante la contrazione osservata sia nel dollaro che, per parte della giornata, nella curva dei tassi interni, il Ibovespa ha operato vicino alla stabilità, indeciso tra leggere perdite e guadagni per tutto venerdì. Con il fiato sospeso, ha chiuso anche la settimana vicino alla neutralità del range, con un leggero rialzo dello 0,08% rispetto a venerdì scorso. Oggi l’indice ha oscillato di soli 713 punti tra il minimo (122.195,69) e il massimo (122.908,08) della seduta, dove ha aperto a 122.483,32 punti. Il fatturato si è indebolito rispetto a quello di giovedì e mercoledì, scendendo oggi a 14,6 miliardi di real. Nel corso del mese, l’Ibovespa ha sostenuto un rialzo dell’1,80%, chiudendo venerdì appena sotto la stabilità (-0,03%), a 122.446,94 punti.

Giornata negativa anche per i principali indici azionari di New York, che però hanno accumulato guadagni compresi tra l’1,65% (Nasdaq) e il 2,15% (Dow Jones) nella settimana e sono saliti al 4,42% (Dow Jones) nel mese. La propensione al rischio è ripresa all’estero dopo l’insediamento del presidente Donald Trump negli Stati Uniti, lunedì (20), soprattutto da ieri a oggi, con l’ammorbidimento della retorica sui punti sensibili dell’agenda estera degli Stati Uniti, come le relazioni con la Cina. In Brasile, questa percezione si è riflessa soprattutto sul tasso di cambio, con il ritorno dei premi di rischio accumulati dalla fine dello scorso anno

*Con informazioni fornite da Estadão Conteúdo
Pubblicato da Matheus Lopes





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Luca

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