Il deposto presidente della Corea del Sud viene accusato di insurrezione
L’atto che ha motivato l’accusa è stata la dichiarazione della legge marziale fatta il 3 dicembre, che mirava a sospendere i diritti politici e limitare l’opposizione
L’inchiesta sul tentato autogolpe Corea del Sud ha portato all’incriminazione del presidente deposto Yoon Suk Yeol per l’insurrezione. L’atto che ha motivato l’accusa è stata la dichiarazione della legge marziale fatta il 3 dicembre, che mirava a sospendere i diritti politici e limitare l’opposizione. La difesa di Yoon ha criticato la decisione della Procura, considerandola “la scelta peggiore”, e ha sostenuto che il provvedimento era un appello di aiuto nel mezzo di una crisi nazionale. Questa accusa segna un momento storico, poiché è la prima volta che un presidente sudcoreano deve affrontare accuse penali. Se condannato, Yoon Suk Yeol potrebbe affrontare gravi pene, tra cui l’ergastolo o addirittura la pena di morte. Tuttavia, è importante notare che la Corea del Sud non effettua esecuzioni da quasi tre decenni, il che solleva interrogativi sull’applicazione di tali sentenze.
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La crisi politica innescata dal tentativo di autogolpe non ha precedenti nel Paese. Yoon è stato oggetto di un processo di impeachment presso l’Assemblea nazionale, culminato con la sua sospensione dall’incarico il 14 dicembre. Nonostante sia stato destituito, ricopre formalmente l’incarico finché la Corte Costituzionale non si pronuncerà sulla sua situazione. Dal 15 dicembre, Yoon è stato detenuto dopo che la polizia ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti. Durante il processo di impeachment, la difesa del presidente destituito ha sostenuto che la sua intenzione non era quella di attuare pienamente la legge marziale, ma piuttosto di utilizzare la dichiarazione come strategia di negoziazione politica in un momento di crisi.
Pubblicato da Sarah Paula
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale