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Il CVM giudica l’abuso di potere di Bolsonaro e Lula nelle nomine di Petrobras



La Securities and Exchange Commission (CVM) giudica questo mercoledì (18) due casi di possibile abuso del potere di controllo dell’Unione nelle nomine nel consiglio di amministrazione di Petrobras, commesso durante i governi di Jair Bolsonaro (PL) e Luiz Inácio Lula da Silva (PT). Il consiglio analizza i possibili conflitti di interessi e la mancanza di rispetto nei confronti degli organi interni di governance della società statale.

Tra gli obiettivi ci sono Pietro Mendes, attuale presidente del consiglio di Petrobras e nominato membro del consiglio di amministrazione dell’Agenzia nazionale del petrolio (ANP), oltre agli ex consiglieri Efrain Cruz, nominato da Lula, e Ricardo Soriano e Jhonatas Assunção, scelti di Bolsonaro.

In entrambi i casi, i pareri interni di Petrobras hanno evidenziato conflitti di interessi nelle nomine, una raccomandazione ignorata sia dal governo precedente che da quello attuale.

Nel caso più recente, dell’aprile 2023, il comitato interno di Petrobras e lo stesso consiglio di amministrazione hanno approvato il parere che segnalava incompatibilità nelle nomine, ma l’assemblea degli azionisti, con il sostegno del governo Lula, ha approvato le nomine.

La decisione è stata supportata da un parere legale del Ministero delle Miniere e dell’Energia (MME), che ha considerato la decisione della Corte Suprema Federale (STF) come base per contestare la legge sulle società statali.

La direttrice del CVM, Marina Copola, ha sottolineato in un rapporto che le funzioni svolte dagli imputati presso la MME hanno generato una “situazione permanente di conflitto con Petrobras”.

“La situazione degli imputati farebbe sorgere il rischio che la direzione dell’azienda favorisca gli interessi dell’Unione, a scapito di quelli dell’azienda stessa”, ha sottolineato la direttrice, precisando di non vedere misure attenuanti in grado di eliminare i conflitti.

Mendes e Cruz sono accusati di aver violato gli articoli della Legge sulle società pubbliche e della Legge sulle società statali, che vietano le nomine nei consigli di amministrazione in situazioni di conflitto di interessi.

Le difese sostengono che il contemporaneo esercizio di funzioni pubbliche non costituisce, di per sé, conflitto di interessi. L’Unione ha ribadito che la legislazione attuale e le decisioni dei tribunali, come un’ingiunzione emessa dall’ex ministro Ricardo Lewandowski, della STF, consentono la nomina di personale legato alla pubblica amministrazione federale.

Inoltre, Petrobras e MME sostengono che la tesi del conflitto di interessi “non regge ai sensi della legislazione attuale”, citando che nessun ordine del giorno del consiglio è stato identificato come contrastante negli ultimi due anni.

Nel caso di Bolsonaro, le difese hanno utilizzato anche l’ingiunzione di Lewandowski e hanno rivendicato la soggettività nel concetto di conflitto di interessi. Soriano e Assunção, nominati nel precedente governo, hanno proposto accordi finanziari per concludere il processo, ma gli importi non sono stati accettati dal CVM.



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Luca

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