Il costo dell’IA: milioni di tonnellate di rifiuti elettronici entro il 2030
Si prevede che i nuovi rifiuti saranno 1.000 volte superiori a quelli del 2023, quando i rifiuti elettronici ammontavano a sole 2.600 tonnellate. I ricercatori avvertono che misure inadeguate per smaltire e riciclare i rifiuti delle apparecchiature di IA potrebbero avere un impatto negativo sulla salute umana.
L’aumento dei rifiuti elettronici è legato alla modernizzazione e alla sostituzione di server, processori e altre apparecchiature necessarie per l’esecuzione dell’IA generativa.
“I nostri dati mostrano che il flusso di rifiuti elettronici delle apparecchiature di IA potrebbe raggiungere i 5 milioni di tonnellate entro il 2030”, affermano gli autori dello studio.
Per illustrare meglio questa cifra, sottolineano che entro il 2030, ciascuno degli 8,5 miliardi di abitanti del pianeta getterà via 2 dispositivi delle dimensioni di un iPhone.
Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha sottolineato che il peso delle GPU dell’azienda è aumentato di oltre 40 volte negli ultimi due anni.
Oggi una singola GPU per l’intelligenza artificiale pesa circa 1360 chilogrammi ed è composta da 600.000 parti, rispetto ai soli 32 chilogrammi di due anni fa.
I ricercatori osservano che è proprio questa dipendenza dell’IA da chip potenti e complessi a rendere l’IA generativa uno dei settori a più alta intensità di materiali.
I ricercatori hanno anche analizzato la distribuzione geografica dei rifiuti elettronici: il Nord America ne genererà la maggior parte, circa il 58%, a causa del gran numero di centri dati negli Stati Uniti e in Canada.
Un altro 25% dei rifiuti sarà generato nei Paesi dell’Asia orientale – Cina, Corea del Sud e Giappone – e il 14% nell’UE e in Gran Bretagna.
Secondo gli autori dello studio, le restrizioni statunitensi alla vendita di processori grafici avanzati alla Cina potrebbero aggravare il problema, costringendo la RPC a utilizzare server obsoleti, che aumenteranno il loro volume fisico e ridurranno l’efficienza.
Uno degli autori del documento, il professor Wang Peng dell’Accademia cinese delle scienze, ha sottolineato l’importanza che gli Stati Uniti, leader nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, si concentrino su politiche di produzione responsabili per rendere l’hardware più sostenibile.
In Cina, invece, la priorità è data al controllo dei processi di funzionamento e smaltimento, poiché l’alto tasso di rinnovo delle apparecchiature porta all’accumulo di rifiuti.
I ricercatori hanno proposto una serie di soluzioni per mitigare questo problema, tra cui l’estensione della durata di vita delle apparecchiature e il riutilizzo di chip e componenti obsoleti in applicazioni a minore intensità di calcolo.
Inoltre, raccomandano lo sviluppo di sistemi più efficienti algoritmi più efficienti e di migliorare le prestazioni dei chip per ridurre la frequenza di sostituzione delle apparecchiature.
Secondo le Nazioni Unite, nel 2022 il pianeta ha generato la cifra record di 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, di cui solo il 22,3% è stato riciclato correttamente.
I ricercatori prevedono che, in uno scenario di business-as-usual, il tasso di riciclaggio scenderà al 20% entro il 2030, poiché la quantità di rifiuti elettronici nel mondo cresce più velocemente della capacità di riciclarli.
Esperti noteche le pratiche di riciclaggio informale prevalenti nei Paesi in via di sviluppo comportano particolari rischi per la salute e l’ambiente.
Oltre alla perdita di risorse preziose, l’uso di processi di incenerimento e fusione da parte delle autorità locali inquina l’ambiente con sostanze pericolose.