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Il consolato venezuelano a Lisbona è bersaglio di un attentato esplosivo


Sabato notte il consolato venezuelano a Lisbona è stato bersaglio di un attentato con ordigni esplosivi (11). Nessuno è rimasto ferito, secondo quanto riferito da una fonte della polizia portoghese all’Agência Lusa, organo di stampa statale.

In una nota pubblicata sui social media, il Ministero degli Affari Esteri portoghese ha condannato l’atto e ha affermato di aver deciso di aprire un’indagine per indagare sull’episodio.

“Il governo portoghese condanna fermamente l’attacco al consolato venezuelano a Lisbona. Ha ordinato un immediato rafforzamento della sicurezza e un’adeguata indagine della polizia. È un atto intollerabile. L’inviolabilità delle missioni diplomatiche deve essere rispettata in ogni caso”, si legge nella nota.

Anche il ministro degli Esteri venezuelano, Yvan Gil, ha parlato online dell’attacco.

“Oggi il fascismo ha attaccato con bombe incendiarie la nostra sede del Consolato Generale a Lisbona, in Portogallo, attaccando i servizi forniti ai nostri connazionali”, ha scritto.

“Le aggressioni irrazionali di gruppi squilibrati non potranno invertire l’avanzata della Rivoluzione Bolivariana. Siamo grati per il rapido intervento delle autorità portoghesi, che hanno evitato ulteriori danni”, ha aggiunto il ministro.

“Speriamo che le indagini avviate ci permettano di individuare i responsabili e determinare le relative responsabilità”, ha concluso Gil.

Maduro entra in carica

Venerdì scorso (10), Nicolás Maduro ha assunto il suo terzo mandato come presidente del Venezuela presso l’Assemblea Nazionale, a Caracas.

L’inaugurazione ha avuto luogo in uno scenario di disordini politici, in cui Maduro deve affrontare sfide sui risultati delle elezioni tenutesi nel luglio dello scorso anno e accuse di violenza contro gli oppositori.

Nel suo discorso di insediamento, Maduro ha affermato che in Venezuela c’è pace e che il suo governo garantirà la sovranità nazionale.

“Ho detto che ci sarebbe stata la pace, e la pace c’è. E ci sarà la pace. Siamo guerrieri della storia e garantiremo per sempre la pace e la sovranità nazionale”, ha sottolineato, aggiungendo che è un momento di “forti emozioni”.

Nel corso del suo discorso ha criticato anche i leader internazionali, come Javier Milei, presidente dell’Argentina, e Álvaro Uribe Vélez e Iván Duque, ex presidenti della Colombia.





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