Il Congresso mantiene aperto il bilancio e fa pressione sul governo
L’incertezza riguardante la Legge di Bilancio annuale (LOA) per il 2025 è diventata un elemento chiave dei negoziati tra il Congresso e il governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT). Nemmeno presentando il loro parere alla Commissione Bilancio Misto (OCM), i parlamentari si sono garantiti merce di scambio su diverse questioni, in particolare sulla pubblicazione degli emendamenti bloccati dal ministro Flávio Dino, del Tribunale Supremo Federale (STF), che esige trasparenza nella la sua destinazione.
Il relatore della LOA (PLN 26/2024), il senatore Angelo Coronel (PSD-BA), ha scelto di presentare il suo parere solo a febbraio, dopo la pausa legislativa. Secondo lui il ritardo è dovuto alla complessità dei negoziati sul controllo delle spese obbligatorie e alla necessità di “informazioni consolidate” sul pacchetto fiscale del governo. Ha sottolineato di non voler consegnare “un pezzo di bilancio disconnesso dalla realtà”.
Deputati e senatori attendono di avere un’idea più chiara degli importi che potranno destinare alle loro basi elettorali nel 2025. In attesa della LOA, l’Esecutivo è autorizzato, ai sensi della Legge sugli orientamenti di bilancio (LDO), a portare solo le spese considerate essenziali: casi di prestazioni di previdenza sociale, pasti scolastici, fondi per partiti, interessi sul debito pubblico e aiuti in caso di calamità.
Le opere federali possono ricevere trasferimenti dal Bilancio nell’ambito della cosiddetta esecuzione provvisoria solo se sono già in corso e se il blocco genera perdite o aumenti di costi. Ciononostante, le risorse liberate sono limitate, in ogni caso, alla frazione di un dodicesimo al mese, secondo il valore complessivo previsto nel progetto.
Il ritardo nel voto sulla LOA non è senza precedenti. Dalla Costituzione del 1988, almeno 11 volte il Congresso ha approvato il Bilancio solo nell’anno successivo. L’esempio più drammatico si è verificato nel 1994, quando la LOA è stata approvata in ottobre, dopo 14 mesi di elaborazione. Nonostante ciò, il Ministero della Pianificazione esclude il rischio di una chiusura del governo nel 2025, evidenziando l’esecuzione provvisoria prevista dalla legge come “piano B”.
Il governo è comunque preoccupato. Ne è prova la dichiarazione del ministro delle Finanze, Fernando Haddad, questo lunedì (6), dopo aver interrotto le sue vacanze per incontrare il presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT). Secondo Haddad il tema principale dell’incontro è stata proprio l’elaborazione del bilancio. Il ministro spera che la LOA venga votata a febbraio, non appena il Congresso riprenderà ufficialmente i lavori.
“Dobbiamo parlare con il relatore per adattare il Bilancio alle prospettive del quadro fiscale e delle leggi approvate alla fine dello scorso anno”, ha affermato. Ha anche aggiunto che sta seguendo l’elezione dei nuovi comandi di Camera e Senato e che non si è ancora cominciato a discutere di ulteriori tagli alla spesa, anche se ha presentato a Lula un piano di lavoro per il suo portafoglio per il 2025.
Nei primi giorni dell’anno, i leader del governo e il Palácio do Planalto hanno intensificato il dialogo con i membri del Comitato Misto del Bilancio per evitare che il testo di bilancio subisca importanti modifiche rispetto al quadro fiscale approvato nel 2023. Allo stesso tempo, i paesi alleati La base al Senato sta esercitando pressioni sul governo affinché rilasci gli emendamenti rimasti in sospeso.
Elaborazione della LOA e trattative con il Congresso sul Bilancio
Nel rapporto preliminare di Angelo Coronel, si stima che le entrate e le spese nel 2025 raggiungeranno i 5,86 trilioni di R$. Le proiezioni, soggette a modifiche, includono una crescita del PIL reale del 2,64%, un’inflazione accumulata del 3,3% e un tasso di interesse di base medio (Selic) del 9,61% annuo. Tuttavia, il governo dovrà aggiornare queste previsioni.
Dopo il ritorno della pausa parlamentare a febbraio, il relatore dovrà presentare il parere ufficiale all’OCM. Il progetto sarà poi sottoposto a votazione in una sessione congiunta del Congresso. Intanto Planalto e i parlamentari continuano a stringere accordi per garantire che vengano pubblicati gli emendamenti e che l’applicazione delle nuove regole fiscali sia compatibile con le priorità approvate alla fine del 2024.
In questo scenario la parola d’ordine è negoziazione. Sia il governo che il Congresso sanno che la LOA avrà un forte impatto sugli scacchi politici nell’anno preelettorale. Il ritardo della Finanziaria mette nelle mani dei deputati uno strumento di pressione che consente loro, all’inizio dell’anno, di strappare concessioni in diversi ambiti, tra cui lo sblocco di fondi, posizioni di secondo livello e nuovi spazi di potere nelle previste consultazioni ministeriali. riforma.
Julio Hegedus Netto, capo economista di JHN Consulting, valuta che il governo sta approfittando anche dell’episodio del rifiuto degli emendamenti da parte del ministro Flávio Dino, che decide cosa può o non può essere rilasciato, per rafforzare il suo potere negoziale. Inoltre, sottolinea che nuove misure di aggiustamento fiscale possono essere messe sul tavolo come un modo per mitigare l’immagine negativa lasciata dal pacchetto fiscale.
L’economista si mostra preoccupato per la lotta tra il Congresso e il Palácio do Planalto, che, a suo avviso, ha raggiunto il suo “episodio più dannoso” proprio durante il passaggio della presidenza della Camera, da Arthur Lira (PP-AL) a Hugo Motta. (Repubblicani-PB). Secondo Hegedus Netto la richiesta del ministro della FST di una maggiore trasparenza nella ripartizione degli emendamenti in commissione è giustificata.
Per João Henrique Hummel Vieira, direttore della società di consulenza Action Government Relations, il governo continua a non rispettare gli accordi firmati con i leader dei partiti, il che alimenta le tensioni con la Legislatura. In questo senso, ritiene naturale che voti importanti, a cominciare dalla Finanziaria, restino in sospeso per fare pressione su Lula e sulla squadra economica affinché trovino il modo di soddisfare le richieste parlamentari.
Marcos Deois, direttore dell’Ética Consultoria Política, ricorda che il probabile prossimo presidente del Senato, Davi Alcolumbre (União Brasil-AP), ha già presentato una richiesta al governo: 17 nomine alle agenzie di regolamentazione. “Alcolumbre guida queste trattative dall’anno scorso e sa, come pochi altri, come organizzare un tavolo politico a suo favore”, ha concluso.