Il politologo Cláudio Couto, professore alla Fundação Getulio Vargas (FGV), ha commentato l’attuale impasse tra il Congresso Nazionale e la Corte Suprema Federale (STF) riguardo agli emendamenti parlamentari. In un’intervista con WW questo martedì (3), Couto ha sottolineato che il Parlamento continua a mantenere una posizione non trasparente riguardo alla destinazione di queste risorse.
Secondo lui, la STF ha già evidenziato i problemi esistenti e ha indicato che una regolamentazione adeguata potrebbe risolvere il problema. Tuttavia, Couto osserva che “il Congresso sembra insistere nel mantenere la mancanza di trasparenza nella distribuzione di questi emendamenti”.
Couto sottolinea che, anche dopo le linee guida della Corte Suprema, l’ultima regolamentazione proposta dal Congresso è ancora insufficiente a soddisfare le esigenze di trasparenza.
“La Corte Suprema ha già evidenziato i problemi che possono essere risolti con una buona regolamentazione, ma quest’ultima regolamentazione del Congresso è ancora insufficiente dato quello che è stato identificato come un problema. La Corte Suprema non ha nemmeno detto: “fate questa legge, legiferate in questo modo”. Ciò che ha detto la STF è stato: ‘risolvere questi problemi’”, spiega il politologo.
Il professore della FGV prevede che il conflitto tra potere legislativo e potere giudiziario su questo tema avrà ancora nuovi sviluppi. “Il Congresso non può fingere di regolamentare, quando in realtà non lo è. Ecco perché penso che ci saranno ancora diversi capitoli di questa telenovela”, dice Couto.
Possibilità di alloggio
Nonostante lo scenario conflittuale, Couto non esclude la possibilità di un eventuale accordo tra le parti. Ricorda che il discorso del leader del governo al Congresso, Randolfe Rodrigues (PT-AP), suggerisce questa direzione.
Questo martedì, Randolfe ha sottolineato che tra i parlamentari c’è disagio per la decisione del ministro Flávio Dinodel Tribunale federale (STF), di rilasciare emendamenti parlamentari con riserve.
Claúdio Couto ritiene inoltre che la stessa STF possa cercare una soluzione di compromesso: “A volte è la stessa Corte Suprema a prendere decisioni nel tentativo di realizzare un accomodamento, un processo di transizione”, valuta.
Couto avverte, tuttavia, che tale negoziazione da parte della Corte Suprema sarebbe più di natura politica che un vero e proprio giudizio sulla situazione, che non sarebbe la funzione primaria di una Corte costituzionale.