Il CNI evita di informare il Congresso sugli attentati di Barcellona perché il Governo non ha “declassificato” i documenti | Notizie dalla Catalogna
Il Centro nazionale di intelligence (CNI) ha evitato di trasmettere al Congresso dei Deputati le informazioni in suo possesso sugli attentati di Barcellona e Cambrils del 2017 e, in particolare, sui suoi rapporti con i presunti cervello degli attentati, l’imam di Ripoll, Abdelbaki Es Satty. Nella risposta di 57 pagine inviata alla commissione d’inchiesta sugli attentati – una richiesta da parte dei gruppi indipendentisti catalani di sostenere Pedro Sánchez – il Governo precisa che il CNI non può riferire sulle sue attività a causa della loro natura segreta. Potrà farlo, aggiunge, solo se il Consiglio dei ministri declassifica i documenti relativi agli attentati del 17-A, cosa su cui si è impegnato.
La commissione d’inchiesta su 17-A inizia questo martedì al Congresso con la presenza dell’ex direttore del CNI Félix Sanz Roldán e dell’ex capo del Centro di intelligence contro il terrorismo e la criminalità organizzata (CITCO) José Luis Olivera. I deputati aspettavano i documenti che avrebbero inviato i servizi segreti per preparare le loro interrogazioni, ma, almeno per ora, non avranno a disposizione queste informazioni.
Lo scorso settembre, il governo ha mostrato la volontà di declassificare i documenti del CNI sugli attentati che, il 17 agosto 2017, hanno provocato 16 morti e più di 300 feriti. La declassificazione di un massimo di otto documenti era una delle condizioni richieste da Junts per Catalunya per riattivare una commissione paralizzata da mesi. “Non c’è nulla da nascondere, l’esecutivo è favorevole alla trasparenza”, dicevano all’epoca fonti del ministero della Difesa. Spetta al Consiglio dei ministri approvare la declassificazione, cosa che per ora e in vista del responso ufficiale, non è avvenuta.
Secondo il piano di lavoro concordato tra il PSOE e i gruppi indipendentisti, il CNI avrebbe riferito delle visite fatte all’imam di Ripoll durante la sua permanenza nel carcere di Castellón per scontare una pena per traffico di droga. Anni prima degli attacchi, Es Satty ricevette visite da guardie civili e personale dei servizi segreti che, presumibilmente, intendevano reclutarlo come confidente.
Nella sua risposta al Congresso, il Ministero della Difesa ricorda che, secondo la legge che regola il funzionamento del CNI, le sue azioni “costituiscono informazioni riservate con grado di segretezza”. E aggiunge che il controllo parlamentare sull’attività del CNI corrisponde alla commissione che controlla i crediti destinati alle spese riservate. “Finché il Consiglio dei ministri non procederà a declassificare la documentazione eventualmente esistente, il Congresso potrà essere informato solo attraverso i meccanismi previsti, e si ricorda che nella precedente legislatura il direttore del Centro era già comparso davanti ai deputati” per spiegare se “non c’è stata alcuna relazione tra detto centro e Abdelbaki Es Satty”.
La commissione d’inchiesta si propone di far luce su aspetti che, a parere soprattutto degli indipendentisti catalani, non sono risultati chiari nell’inchiesta giudiziaria promossa dal Tribunale nazionale, e culminata in dure condanne per tre membri della cellula. Junts per Catalunya ha sollevato fin dall’inizio sospetti, senza prove, sul ruolo dello Stato nella genesi degli attentati. Gli indipendentisti sospettano inoltre che, contrariamente a quanto sostengono le indagini giudiziarie, Es Satty non potrebbe essere morto nell’esplosione accidentale avvenuta in una casa di Alcanar (Tarragona) dove la cellula jihadista di Ripoll stava accumulando esplosivo per sferrare una grande bomba. attacco.
La mancata espulsione di Es Satty
Il Ministero dell’Inclusione e della Previdenza Sociale ha risposto ad altre richieste; Ad esempio, l’iter amministrativo seguito da Es Satty e il motivo per cui il provvedimento di espulsione è stato revocato. La risposta del Ministero include una cronologia con le tappe fondamentali relative alla regolarizzazione del tuo soggiorno in Spagna. Tutti i dati erano già noti alle indagini giudiziarie. Nel maggio 2012, la brigata per l’immigrazione ha avviato contro di lui un procedimento di espulsione a causa della sua condanna per traffico di droga; Tre anni dopo, tuttavia, Es Satty riuscì a ottenere che il tribunale contenzioso amministrativo di Castellón revocasse quel fascicolo, che gli consentiva di continuare a risiedere in Spagna. Successivamente si trasferì a Ripoll (Girona), dove finì per diventare l’imam della moschea di Annour e reclutare una serie di giovani fedeli che commisero l’attentato.
La risposta del governo include anche le trascrizioni di diversi incontri sulla sicurezza tenutisi in Catalogna tra il 2017 e il 2021. Il più rilevante ai fini degli attentati è quello del 2018, che dipinge un quadro desolante del rischio di attacchi jihadisti in Catalogna. I funzionari di polizia hanno poi ricordato che il 18% dei centri di culto islamici “rispondono a un’ideologia estremamente radicale” e che un quarto delle persone che si sono arruolate come combattenti dello Stato islamico in Catalogna hanno lasciato la Catalogna.