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Il CLT per i lavoratori dell’APP trarrebbe 33 miliardi di R$ dal PIL



Secondo uno studio della società di consulenza economica Ecoa, realizzato su richiesta dell’Associazione brasiliana per la mobilità e la tecnologia (Amobitec), un possibile obbligo di sottoporre gli oltre 1,7 milioni di lavoratori candidati alle norme del Consolidamento delle leggi sul lavoro (CLT) comporterebbe l’esclusione di 905mila lavoratori e potrebbe generare un impatto negativo di 33,1 miliardi di real sul Pil.

Dei 905mila che rimarrebbero senza lavoro, 614mila sarebbero autisti (di aziende come Uber e 99) e 291mila sarebbero autisti delle consegne (di aziende come iFood, per esempio).

Inoltre, secondo lo studio, la misura genererebbe anche una riduzione di 2 miliardi di R$ nella riscossione delle tasse.

L’imposizione di nuove norme sul lavoro per la categoria aumenterebbe i costi per le imprese e aumenterebbe il prezzo medio dei viaggi e delle consegne, il che implicherebbe una diminuzione della domanda e, di conseguenza, una riduzione delle opportunità di lavoro.

Secondo l’economista Silvia Fagá, responsabile della società di consulenza Ecoa, “un calo della domanda significa una riduzione dell’offerta di lavoro e della retribuzione, che genera uno shock negativo sul reddito familiare, con implicazioni sul livello di consumo aggregato nell’economia”.

STF

Il 10 dicembre il Tribunale federale (STF) ha concluso un’udienza pubblica in cui è stato discusso il rapporto di lavoro tra conducenti di app e piattaforme digitali.

L’udienza si è svolta nell’ambito del Ricorso Straordinario (RE) 1446336, in cui Uber mette in discussione una decisione della Corte Superiore del Lavoro (TST) che riconosceva un rapporto di lavoro tra l’azienda e un autista sulla piattaforma.

Per Uber la decisione del TST mette a rischio i principi costituzionali della libera impresa e della concorrenza, oltre a mettere a rischio il modello di business della “sharing economy” che sostiene le piattaforme tecnologiche.

Non è stata ancora fissata la data per la sentenza del ricorso, ma la questione ha acquisito urgenza da parte della STF per la necessità di dare certezza giuridica al settore.

Controversie

Attualmente sono oltre 10mila i ricorsi in corso presso il Tribunale del Lavoro, volti a ottenere il riconoscimento dei rapporti di lavoro o delle indennità.

L’attività è stata regolamentata nel 2018 e da allora la STF ha emesso decisioni di non applicare le norme del Testo Unico delle Leggi del Lavoro (CLT) nelle cause che giungono alla Corte.

Nel dicembre 2023, dopo diverse decisioni monocratiche, il 1° Collegio della STF ha deciso all’unanimità che il collegamento non esisteva.

Contrariamente a quanto inteso dalla STF, i tribunali regionali del lavoro (TRT) hanno continuato a riconoscere il rapporto di lavoro. L’anno scorso l’argomento è stato motivo di disaccordo anche tra i gruppi della Corte Superiore del Lavoro (TST).

Nel settembre di quest’anno le classi 2a e 14a del TRT della 2a Regione (SP) hanno riconosciuto, in atti individuali, l’esistenza di un rapporto di lavoro tra i lavoratori e le piattaforme Rappi e Levoo Tecnologia, entrambe app di erogazione.



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Luca

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