Il campione del mondo di ciclismo australiano, Rohan Dennis (34 anni), ha riconosciuto nelle prime ore di questo martedì la sua responsabilità per la morte di sua moglie, la collega ciclista olimpica Melissa Hoskins, morta nel dicembre dello scorso anno in un ospedale di Adelaide. , in Australia, dopo essere stata investita. Lo riporta la rete di notizie australiana ABC. Finora Dennis era stato rilasciato su cauzione, accusato di omicidio per guida spericolata.
Il riconoscimento di essere stato coinvolto nell’aggressione alla moglie è un’accusa aggravata che dà una nuova svolta al caso, dopo 12 mesi di trattative con la Procura. A marzo, la pretura di Adelaide aveva escluso qualsiasi intenzione da parte di Dennis nella morte della donna, definendo la morte di Hoskins un incidente. Con questa nuova dichiarazione, l’atleta può ora essere condannato a una pena fino a sette anni di carcere e ad altri cinque anni di perdita della patente di guida.
Come riportato dalla BBC, Dennis ora ammette di aver guidato “un’auto quando Hoskins era molto vicino, sapendo che un atto del genere avrebbe probabilmente causato danni, o essendo incautamente indifferente al fatto se lo avrebbe fatto o meno”. Nonostante ciò, l’avvocato dell’atleta, Jane Abbey KC, ha dichiarato in tribunale che “Dennis non aveva intenzione di fare del male a sua moglie”, quindi l’accusa non “gli attribuisce la responsabilità della sua morte”.
Non sono ancora stati chiariti i motivi che hanno portato Dennis a investire la compagna, dalla quale ha avuto due figli. Dopo essersi dichiarato colpevole, la Procura gli ha nuovamente concesso la libertà su cauzione, a condizione che compaia in tribunale il 24 gennaio, quando verrà emessa la sentenza.
Pochi giorni dopo l’incidente, né i media australiani né i giudici hanno ritenuto che l’incidente potesse essere un caso di violenza di genere. Ma un incidente anonimo avvenuto ad Andorra, nel 2021, lega la coppia australiana: nella cittadina di La Massana, in Andorra, dove vivevano Dennis e Hoskins, la polizia aveva denunciato una donna in stato di shock Stava chiedendo aiuto per strada dopo essere stata aggredita dal suo compagno. Quel giorno la polizia di Andorra ha arrestato un ciclista professionista australiano, marito della donna. Il caso, però, non andò mai oltre e il nome dell’imputato non fu mai reso pubblico.
Finora quest’anno, 43 donne sono state uccise in Spagna dai loro partner o ex partner. Dall’inizio del statistiche ufficialinel 2003, sono 1.288 donne.
Il telefono 016 assiste le vittime di violenza sessista, le loro famiglie e chi le circonda 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, in 53 lingue diverse. Il numero non viene registrato sulla bolletta telefonica, ma la chiamata deve essere cancellata dal dispositivo. Puoi anche contattare via email 016-online@igualdad.gob.es e tramite WhatsApp al numero 600 000 016. I minorenni possono contattare il numero telefonico della Fondazione ANAR 900 20 20 10. Se si tratta di una situazione di emergenza è possibile chiamare il 112 oppure i numeri telefonici della Polizia Nazionale (091) e della Guardia Civile (062) . E se non puoi chiamare puoi utilizzare l’applicazione ALERTCOPS, da cui viene inviato un segnale di allerta alla Polizia con geolocalizzazione.