La polizia federale ha arrestato sabato mattina il generale Braga Netto. Da allora, coloro che circondano l’ex presidente Jair Bolsonaro hanno speculato sulla reazione dei militari all’assedio giudiziario. Il generale della riserva è isolato in una stanza del quartier generale della prima divisione dell’esercito, a Rio de Janeiro.
L’ordine di carcerazione preventiva è arrivato dal ministro Alexandre de Moraes, del Tribunale supremo federale. Moraes concorda con la valutazione della Polizia Federale secondo cui Braga Netto stava ostacolando le indagini su un presunto tentativo di colpo di stato per mantenere Bolsonaro al potere.
Secondo gli investigatori, il generale in pensione aveva cercato di ottenere dettagli sulla pluripremiata collaborazione tra l’ex aiutante di campo di Jair Bolsonaro, Mauro Cid, e suo padre, il generale Lourena Cid.
Braga Netto è il primo generale a quattro stelle dell’esercito brasiliano ad essere arrestato in un caso che rientra nel sistema di giustizia comune. Gli investigatori sostengono che sia stato uno dei beneficiari del presunto tentativo di colpo di stato. E chi avrebbe guidato la formulazione di un piano per uccidere l’allora presidente eletto, Luiz Inácio Lula da Silva; vice Geraldo Alckmin e ministro Alexandre de Moraes.
Attualmente la Polizia Federale sta analizzando i contenuti sequestrati nell’abitazione del generale in pensione, nella capitale Rio de Janeiro, e nel suo ufficio, presso la sede del Partito Liberale, a Brasilia.
Gli agenti hanno anche sequestrato dispositivi elettronici al consigliere di Braga Netto, il colonnello in pensione Flávio Peregrino.
Il personale militare attivo ritiene che il materiale sequestrato servirà da munizioni per nuove operazioni della Polizia Federale.
I rapporti tra Braga Netto e gli alti militari in servizio attivo erano già tesi prima dell’operazione del fine settimana. I documenti ottenuti dal PF e rilasciati dalla Corte Suprema indicano che il generale in pensione era responsabile di una campagna di diffamazione contro i membri dell’Alto Comando che non si erano lanciati nel presunto tentativo di colpo di stato.