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Il Brasile vieta l’importazione di rifiuti solidi per rafforzare il riciclaggio


Approvato dalla Camera, il progetto mira a ridurre la dipendenza dai rifiuti esteri e rilanciare l’economia circolare nel Paese, con un focus sulle alternative sostenibili

ANWAR AMRO/AFP

Negli ultimi dieci anni il Brasile ha importato 56 milioni di tonnellate di rifiuti da altri Paesi, spesso da nazioni che trasferiscono i loro problemi di smaltimento in territori con meno infrastrutture

Il Brasile ha compiuto un passo importante verso una gestione più efficiente dei rifiuti solidi con l’approvazione del Camera dei Deputati di un disegno di legge che vieta l’importazione di rifiuti come plastica, carta, vetro e metalli. La proposta mira a incoraggiare il riciclaggio nazionale e impedire che il Paese diventi una destinazione per i rifiuti stranieri. Negli ultimi dieci anni il Brasile ha importato 56 milioni di tonnellate di rifiuti da altri Paesi, spesso da nazioni che trasferiscono i loro problemi di smaltimento in territori con meno infrastrutture. Il deputato Célio Silveira (MDB-GO), autore del progetto, ha sottolineato che questa pratica sovraccarica i sistemi di gestione locali e danneggia lo sviluppo di soluzioni interne per i rifiuti. Sebbene la Politica nazionale sui rifiuti solidi (legge n. 12.305/2010) vieti già l’importazione di materiali pericolosi, altri rifiuti solidi potrebbero essere importati con l’autorizzazione dell’Autorità Ibama. Con la nuova misura, le restrizioni vengono ampliate per coprire una gamma più ampia di materiali, rafforzando l’importanza di dare priorità ai rifiuti generati nel Paese stesso.

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Il divieto ha lo scopo di incoraggiare economia circolaredove i materiali di scarto vengono riutilizzati nella catena di produzione. Inoltre, si prevede che la misura favorirà la creazione di posti di lavoro nel riciclaggiostimolare l’innovazione tecnologica e ridurre la dipendenza dagli input esterni. Gli esperti sottolineano che, per migliorare la gestione dei rifiuti solidi, è essenziale investire in alternative più ampie e sostenibili. IL raccolta selettivaancora in deficit in gran parte del territorio nazionale, devono essere ampliati, così come i programmi di logistica inversa, che responsabilizzino le aziende del corretto smaltimento dei loro prodotti. Anche il compostaggio rappresenta un’alternativa promettente, soprattutto per i rifiuti organici, che rappresentano quasi il 50% dei rifiuti domestici. L’educazione ambientale può contribuire a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di ridurre, riutilizzare e riciclare, rafforzando l’impegno collettivo verso pratiche più sostenibili. La proposta passa ora all’analisi del Senato. Se approvato, non solo impedirà al Brasile di ricevere rifiuti da altri paesi, ma aprirà anche lo spazio per importanti progressi nel modo in cui gestiamo i rifiuti all’interno dei nostri confini.

*Questo testo non riflette necessariamente l’opinione di Jovem Pan.





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