Site icon La terrazza Mongardino

Il Brasile si oppone a Trump e porta a Davo un piano di data center “pulito”.


Il governo del presidente Luiz Inacio Lula da Silva (PT) intende farlo opporsi all’amministrazione di Donald Trump alla Casa Bianca e presente agli investitori riuniti al Forum economico mondialea Davos, un piano per attrazione dei data center basato su energia rinnovabile.

Il ministro delle Miniere e dell’Energia, Alexandre Silveira, si è imbarcato questo lunedì notte per le Alpi svizzere con la missione di “vendere” il Brasile come destinazione sicura per questi investimenti miliardari. I data center, che consumano enormi quantità di energia, lo sono fondamentale per il futuro dell’intelligenza artificiale e il cloud computing.

L’intenzione è quella di differenziarsi dagli Stati Uniti, con i suoi rinnovata scommessa sui combustibili fossilie posizionare il Brasile come alternativa per ricevere questo tipo di infrastrutture, ma rispettando i principi della transizione energetica e della sostenibilità ambientale.

Il governo Lula ritiene che ciò aumenterà le possibilità di successo attrarre le multinazionali preoccupato per il agenda sul clima e infastidito dal ritiro dell’Accordo di Parigi da parte degli Stati Uniti.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), il consumo di energia nei data center di tutto il mondo, pari a 460 terawattora (TWh) nel 2022, potrebbe raggiungere i 1.050 TWh nel 2026 con il progresso dell’intelligenza artificiale, il che equivale al doppio del consumo energetico. energia che il Brasile consuma in un anno.

Silveira dirà agli investitori a Davos che il Brasile sta lavorando per completare un piano nazionale di sviluppo dei data center entro la fine della prima metà dell’anno. Questo piano sarà preparato congiuntamente dai Ministeri delle Miniere e dell’Energia, delle Finanze e dello Sviluppo, dell’Industria e del Commercio (MDIC).

Il Brasile, tuttavia, si sente già a suo agio nel “vendere” l’idea di disporre di energia abbondante, pulita, affidabile ed economica per supportare questa infrastruttura.

Oltre l’80% della matrice elettrica brasiliana proviene da fonti rinnovabili: idroelettrico, eolico, solare e biomasse. Inoltre, le nuove aste previste per il 2025 dovrebbero rafforzare la caratteristica di un parco di generazione a bassissime emissioni di gas serra.

Quest’anno è prevista la prima asta per l’energy storage, che consentirà di immagazzinare l’energia elettrica intermittente prodotta da impianti eolici e fotovoltaici.

È previsto anche un evento incentrato sui piccoli impianti idroelettrici (PCH) e un altro con la partecipazione degli impianti termoelettrici a gas, ma che darà maggiore stabilità al sistema.

Tutto ciò rivaleggia con la politica del “drill, baby, drill” propagandata da Trump. Il presidente appena insediato sta allentando le normative per esplorare più petrolio e gas negli Stati Uniti.

La società di consulenza Thymos Energia prevede che gli investimenti totali nelle infrastrutture dei data center in Brasile raggiungeranno i 60 miliardi di R$ entro il 2030.

Biden deve lasciare una lettera per Trump; scopri la tradizione dell’inaugurazione



source

Exit mobile version