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Il Brasile cerca accordi sul clima dopo la delusione della COP29


La COP30 di Belém necessita di soluzioni climatiche dopo i risultati deludenti dell’ultima conferenza, con particolare attenzione a finanziamenti adeguati.

Divulgazione/PFAlberi deforestati; pezzi di tronchi tagliati a terra
Secondo l’USP, anche con gli sforzi per contenere la deforestazione, il Brasile sarebbe in grado di ridurre solo il 13% delle emissioni globali

Preparazione per il COP30che si svolgerà a Belém, risente dei risultati deludenti della COP29tenutosi a Baku, in Azerbaigian. Gli esperti sottolineano l’importanza del governo di Luiz Inácio Lula da Silva nella ricerca di accordi significativi per far fronte alla crisi climatica globale. Nel corso della COP29 è stato firmato un accordo che prevede a finanza climatica di 300 miliardi di dollari all’anno per i paesi in via di sviluppo fino al 2035. Tuttavia, questo importo è considerato insufficiente, poiché la transizione energetica e la mitigazione degli effetti del riscaldamento globale richiedono circa 1,3 trilioni di dollari. Il Brasile, nonostante le sue riserve, ha aderito al patto, riconoscendo la necessità di aumentare tale importo nella prossima conferenza. I nuovi impegni climatici, noti come NDC, devono essere presentati entro febbraio 2025. Il Brasile si è già impegnato a ridurre le proprie emissioni tra il 59% e il 67% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2005. Tuttavia, i paesi in via di sviluppo come il Brasile non lo faranno in grado di espandere i propri impegni senza un sostegno finanziario più robusto da parte dei paesi sviluppati.

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Karen Silverwood-Cope, direttrice del clima presso WRI Brasile, ha sottolineato che un aumento dei finanziamenti potrebbe incoraggiare obiettivi climatici più audaci. Marcio Astrini, dell’Osservatorio Clima, ha sottolineato l’importanza della COP30 per colmare le carenze lasciate dalla COP29, soprattutto per quanto riguarda l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. Tra i difetti dell’accordo COP29 ci sono l’assenza di obblighi chiari per le donazioni da parte dei paesi ricchi e la mancanza di azioni contro i progetti dell’industria petrolifera. Paulo Artaxo, dell’Università di San Paolo, ha avvertito che, anche con gli sforzi per contenere la deforestazione, il Brasile sarebbe in grado di ridurre solo il 13% delle emissioni globali. Dati da LUI prospettano uno scenario allarmante, con un aumento della temperatura media di 3,1°C, che porterebbe conseguenze ancora più gravi per il Brasile. La COP30, quindi, si presenta come un’opportunità cruciale per il Paese e gli altri paesi in via di sviluppo per cercare soluzioni più efficaci e finanziamenti adeguati per affrontare le sfide climatiche.

pubblicato da Patricia Costa

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale





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Luca

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