Il bolsonarismo disputa tra ‘calze molli’ e ‘clubinho’ – 12/12/2024 – Bruno Boghossian
All’inizio dell’anno, il collegio bolsonarista ha ricevuto le chiavi del più importante organo collegiale della Camera. Il gruppo ha portato le sue specialità alla presidenza della Commissione Costituzione e Giustizia: ha svelato programmi ultra-conservatori, ha fatto molto rumore politico con pochi effetti concreti, ha prodotto contenuti arrabbiati per le reti e ha calpestato la Costituzione stessa.
L’estrema destra ha preso il controllo del CCJ grazie ad una rotazione che favorisce i maggiori partiti alla Camera. La scelta di Caroline de Toni (PL) l’incarico è stato concesso con il benestare del centro di Arthur Lira (PP) e di un’ala del PL considerata meno radicale. Tutti sapevano che i bolsonaristi avrebbero utilizzato la commissione come terreno di gioco per ritardare.
Il divertimento della banda era prevedibilmente sinistro. La commissione ha approvato il divieto aborto legale in caso di stuproun progetto incostituzionale che autorizza gli Stati a legiferare sulle armi, una proposta per tornare ai tempi delle frodi nel conteggio manuale dei voti e una manciata di problemi ambientali.
La maggior parte della disgrazia è stata combattuta prima di arrivare al voto in plenaria della Camera, ma è servita al consumo interno del bolsonarismo, sotto forma di vittorie morali e di ripieno per spaventapasseri ideologici. Quando la questione era più seria, gli adulti del centro prendevano il controllo delle proposte o intervenivano direttamente, come nel caso dell’amnistia per i golpisti.
Il contributo più grande di questa panchina si è registrato nel penultimo girone del 2024, mercoledì (11). Durante la votazione sul progetto that vieta l’uso dei cellulari nelle aulei bolsonaristi si dividono. I più radicali hanno denunciato il provvedimento come una trappola della sinistra per vietare agli studenti di registrare video di indottrinamento nelle scuole.
Un deputato ha addirittura affermato che i colleghi di destra che hanno votato a favore del testo erano degli “idioti”. È toccato addirittura a Nikolas Ferreira (PL), insospettabile di essere un moderato. Ha risposto un altro parlamentare di Bolsonaro, lamentandosi dell’accusa e ironizzando sulla necessità di “chiedere il permesso di entrare nel club conservatore”. L’episodio potrebbe servire da test psicotecnico per le future commissioni.
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