Il bilancio delle vittime del rovesciamento di un’imbarcazione sul fiume Drina è di almeno undici persone.

Il bilancio delle vittime del rovesciamento di un’imbarcazione che trasportava migranti sul fiume Drina nel tentativo di passare dalla Serbia alla Bosnia-Erzegovina è salito ad almeno 11. I soccorritori hanno trovato un altro corpo venerdì. Lo riferisce TASR, in base a un rapporto dell’AFP.

L’imbarcazione si è rovesciata ancora giovedì vicino alla città serba di Ljubovija. Le autorità bosniache affermano che a bordo c’erano dai 28 ai 30 migranti, mentre 18 sopravvissuti, tra cui tre bambini, sono stati trovati a riva nel corso della giornata.

Le vittime includono una bambina di nove mesi e sua madre. Il corpo dell’uomo è stato trovato nel villaggio bosniaco di Donje Dubovo, come hanno confermato le autorità locali e serbe.

“A seconda della temperatura dell’acqua, i corpi dovrebbero emergere entro 72 ore. Speriamo che ciò avvenga. Ci sono molti pescatori nella zona che saranno in grado di individuare i corpi se affiorano in superficie, anche se non li troviamo”, ha dichiarato il ministro degli Interni serbo Ivica Dačić, aggiungendo che il fiume Drina è sempre un fiume difficile da percorrere, anche per i nuotatori esperti.

La Serbia è uno dei principali Paesi di transito sulla cosiddetta rotta balcanica, attraverso la quale i migranti cercano di raggiungere l’Unione Europea. Secondo il governo serbo, più di un milione di persone provenienti dall’Asia e dall’Africa hanno attraversato il Paese dalla crisi dei migranti del 2015. Negli ultimi mesi, secondo le statistiche ufficiali, si tratta soprattutto di siriani, afghani, turchi, marocchini e pakistani.

La polizia serba ha registrato 10.389 ingressi non autorizzati nel Paese nella prima metà di quest’anno, quasi il 70% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, osserva l’AFP. I funzionari serbi attribuiscono il calo a una più stretta collaborazione con la polizia austriaca e l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex).