Ibovespa scende dello 0,77%, ma questa settimana registra un leggero rialzo
La giornata è stata positiva per le flagship delle materie prime, Vale (ON +0,57%) e Petrobras (ON +0,49%, PN +0,27%), ma negativa per le azioni delle grandi banche (Itaú PN -1,38%, Bradesco PN -1,24% )
O Ibovespa ha ottenuto un leggero guadagno dello 0,27% nella prima settimana intera dell’anno, dopo un calo dell’1,44% nella precedente, nel passaggio dal 2024 al 2025. Accumula così una perdita dell’1,19% nel primo terzo di gennaio, ma interrompe il periodo negativo della serie di quattro settimane, a partire dal 9 dicembre. Oggi l’indice è sceso nuovamente, come venerdì precedente (3), al livello di 118mila punti, che non si vedeva in chiusura da novembre 2023. In chiusura, l’Ibovespa ha segnato 118.856,48 punti, in calo dello 0,77%, con un fatturato di R$19,7 miliardi questo venerdì (10). Dal minimo al massimo ha oscillato da 118.732,40 a 120.052,48, aprendo a 119.780,79 punti.
La giornata è stata positiva per i titoli di punta delle materie prime, Vale (ON +0,57%) e Petrobras (ON +0,49%, PN +0,27%), ma negativo per le azioni delle grandi banche (Itaú PN -1,38%, Bradesco PN -1,24%). Anche se moderata alla fine della seduta, la performance di Petrobras è stata assicurata dal forte aumento dei prezzi del petrolio a Londra e New York, superiori al 3% alla chiusura, in reazione alla notizia che gli Stati Uniti adotteranno nuove sanzioni contro la Russia, ciò potrebbe portare i grandi consumatori della merce, come l’India, a cercare alternative di approvvigionamento. A vincere l’Ibovespa sono CSN (+3,76%), IRB (+3,67%) e CSN Mineração (+2,97%). Sul versante opposto, TIM (-5,02%), Localiza (-4,66%) e B3 (-3,92%).
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Quando gli affari sono ripresi questo venerdì, le borse di New York hanno risposto male ai dati più alti del previsto sulla creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti a dicembre. I dati di questa mattina hanno portato anche un inaspettato calo del tasso di disoccupazione, che ha contribuito ad accendere il semaforo giallo rispetto alla distorsione dei tassi di interesse americani dopo il segnale, ribadito negli ultimi minuti dalla Federal Reserve, che il momento impone prudenza in determinante del tasso di aggiustamento del tasso di riferimento. L’imminente inizio del secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, tra 10 giorni, è un fattore di ulteriore incertezza, a causa delle promesse di aumento delle tariffe commerciali nel tentativo di rilanciare industrie, come quella automobilistica, nel Paese.
Pertanto, la giornata ha visto i rendimenti dei titoli del Tesoro salire e i mercati azionari crollare a New York, con l’S&P 500 in ribasso dell’1,54% e il Nasdaq in ribasso dell’1,63%. “La paga oraria media è ora di 35,69 dollari, rispetto ai 34,34 dollari di un anno fa. Questo leggero aumento probabilmente non cambierà in modo significativo le prospettive della Federal Reserve per le riunioni di gennaio o marzo. Ciò che sarà decisivo saranno i fattori politici, soprattutto legati alle tariffe e alle deportazioni, che hanno un forte impatto sull’inflazione statunitense”, sottolinea Gustavo Cruz, capo stratega di RB Investimentos.
Tra la resilienza mostrata dai dati di attività, come quelli relativi al mercato del lavoro, e il maggiore grado di incertezza riguardo agli effetti dell’imminente insediamento di Donald Trump sull’inflazione, le grandi banche americane hanno rivisto le loro aspettative sui tassi di interesse della Federal Reserve nel 2025. In Brasile il pezzo forte in agenda è stato l’IPCA, praticamente in linea con le aspettative, ma confermando il superamento del target di inflazione nel 2024.
*Con informazioni fornite da Estadão Conteúdo
Inserito da Carolina Ferreira