Dall’inizio della pandemia, nel 2020, un team di scienziati ha analizzato 86 coppie e sei sono rimaste sierodiscordanti
Ricercatori di Università di San Paolo (USP) hanno fatto una scoperta significativa che potrebbe rivoluzionare il modo in cui intendiamo la protezione contro COVID-19. Dall’inizio della pandemia nel 2020, il team di scienziati ha analizzato 86 coppie sierodiscordanti, in cui un partner era infetto dal virus, mentre l’altro rimaneva sano nonostante il contatto stretto e continuo.
Nel corso del tempo, la maggior parte delle coppie ha finito per contrarre l’infezione, ma in sei casi degni di nota, un partner non ha contratto la malattia. In tutti questi casi, le donne sono state quelle che non si sono infettate. Una ricerca approfondita ha rivelato che queste donne avevano una maggiore espressione del gene IFIT3, già noto per la sua risposta antivirale. Questo gene Era già stato associato alla protezione contro altre malattie, come la febbre dengue, l’adenovirus e l’epatite B, ma il suo collegamento con il Covid-19 è una notizia promettente.
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L’elevata presenza del gene IFIT3 sembra svolgere un ruolo cruciale nell’impedire al virus Covid-19 di moltiplicarsi nelle cellule, impedendo così la manifestazione della malattia. Questa scoperta è la prima a dimostrare la protezione fornita da questo specifico gene contro il Covid-19.