I paesi del G7 affermano che adempiranno agli “obblighi” dopo l’ordine di arresto della Corte penale internazionale per Netanyahu
“Ribadiamo il nostro impegno nei confronti del diritto internazionale umanitario e rispetteremo i nostri rispettivi obblighi”, hanno affermato i ministri degli Esteri nella dichiarazione
I ministri degli Esteri della G7gruppo che riunisce le sette maggiori economie del mondo, ha dichiarato, indirettamente, che “rispetterà i rispettivi obblighi” in relazione all’ordine di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (TPI) contro il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahusulle accuse di crimini di guerra nella Striscia di Gaza. La dichiarazione è stata rilasciata al termine di una riunione di due giorni, evidenziando le differenze interne riguardo alla decisione della Corte e alla sua applicazione.
“Ribadiamo il nostro impegno nei confronti del diritto internazionale umanitario e rispetteremo i nostri rispettivi obblighi”, hanno sottolineato i ministri degli Esteri nella dichiarazione, aggiungendo che “non esiste equivalenza tra il gruppo terroristico Hamas e lo Stato di Israele”, si legge nella dichiarazione congiunta. . La Corte penale internazionale ha inoltre emesso ordini di arresto per l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e per il capo di Hamas Mohammed Deif. I giudici della corte hanno affermato che esistono “argomenti ragionevoli” che indicano la “responsabilità penale” di questi individui per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, legati agli eventi del 7 ottobre 2023 e al successivo conflitto a Gaza.
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Netanyahu, a sua volta, classifica la decisione della Corte penale internazionale come “antisemita”, mentre gli Stati Uniti la considerano “oltraggiosa”. L’ordinanza implica che, se uno dei soggetti menzionati entra in un Paese firmatario dello Statuto di Roma, le autorità locali devono procedere all’arresto, sebbene questa regola sia stata disattesa in precedenti occasioni.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha sottolineato che il gruppo era diviso sull’ordine della Corte penale internazionale, optando per consentire a ciascuna nazione di decidere i propri “rispettivi obblighi”. La dichiarazione sottolinea inoltre la necessità che Israele adempia alle proprie responsabilità ai sensi del diritto internazionale, soprattutto alla luce della situazione critica a Gaza.
Anche i paesi del G7, tra cui Stati Uniti, Francia, Italia, Germania, Giappone, Regno Unito e Canada, hanno chiesto progressi nei negoziati tra Israele e Hezbollah per un cessate il fuoco in Libano. Inoltre, hanno espresso preoccupazione per la violenza contro i coloni ebrei in Cisgiordania. I ministri degli Esteri hanno anche criticato la “retorica nucleare irresponsabile” della Russia e hanno riaffermato il loro sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina. Per quanto riguarda la situazione in Venezuela, hanno espresso preoccupazione per le violazioni dei diritti umani e hanno chiesto il rilascio dei prigionieri politici.
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Pubblicato da Carol Santos