I mercati azionari europei chiudono in rialzo, con prospettive di allentamento monetario
I mercati azionari europei hanno chiuso con aumenti superiori all’1% questo mercoledì (15) in una sessione che riflette i dati sull’inflazione degli Stati Uniti e del Regno Unito.
Le letture più deboli degli indici dei prezzi al consumo (CPI) hanno offerto prospettive per un maggiore allentamento monetario, che, nel caso della zona euro, è stato ulteriormente corroborato dalle dichiarazioni dei direttori della Banca Centrale Europea (BCE).
Tra i punti salienti ci sono anche le aziende energetiche che hanno registrato progressi grazie all’aumento del prezzo del petrolio sul mercato internazionale, e gli istituti finanziari che hanno guadagnato grazie ai solidi bilanci delle banche nordamericane.
L’indice paneuropeo Stoxx 600 ha chiuso in rialzo dell’1,44%, a 515,58 punti.
L’IPC di dicembre negli Stati Uniti mostra uno scenario di inflazione migliore rispetto a quello di novembre, valuta Commerzbank.
Per la banca, l’indicatore fornisce argomenti alla Federal Reserve (Fed, la banca centrale nordamericana) per tagliare i tassi di interesse in futuro, ma a un ritmo molto più lento.
L’istituzione attribuisce l’aumento mensile dello 0,4% dei dati totali all’aumento dei prezzi dell’energia.
A Londra, l’indice FTSE è salito dell’1,21% a 8.301,13 punti dopo che l’IPC britannico è rallentato ad un tasso annuo del 2,5% a dicembre.
Per BBH, l’inflazione, ai minimi da 33 mesi, incoraggerà la Banca d’Inghilterra (BoE) a tagliare 25 punti base (bp) alla prossima riunione, ma il mercato sta scontando solo un altro taglio di 25 pb nella prossima riunione. 12 mesi.
Nella zona euro, il vicepresidente della BCE Luis de Guindos ha dichiarato mercoledì che il focus della politica monetaria è passato dall’elevata inflazione alla debole crescita economica, il che rende la traiettoria dei tassi di interesse “chiara” nella direzione di un maggiore allentamento.
Il direttore François Villeroy de Galhau (Francia) prevede un calo dei tassi a un livello neutrale entro l’estate. Più cauto, il capo economista della BCE, Philip Lane, ha ribadito che l’inflazione dei servizi, pari a circa il 4%, rimane una preoccupazione per il blocco.
I commenti mettono in secondo piano il calo del PIL tedesco dello 0,2% nel 2024, segnando il secondo anno consecutivo di contrazione per la più grande economia dell’Unione Europea.
D’altro canto, la produzione industriale nella zona euro è aumentata dello 0,2% a novembre rispetto a ottobre, come previsto. A Francoforte il DAX ha guadagnato l’1,70% a 20.615,87 punti. A Parigi, il CAC 40 è avanzato dello 0,69%, a 7.474,59 punti. A Milano il FTSE MIB avanza dell’1,49%, a 35.646,96 punti. A Madrid, l’Ibex35 ha guadagnato l’1,43%, a 11.920,60 punti, mentre il PSI 20 è salito dell’1,29%, a 6.458,99 punti a Lisbona.
Tra le società, la BP è salita dello 0,65% a Londra, il giorno in cui è arrivata la notizia che la società e il governo iracheno avevano concordato la maggior parte dei termini commerciali necessari per rivitalizzare il giacimento petrolifero di Kirkuk. L’accordo definitivo è previsto all’inizio di quest’anno, i dettagli verranno perfezionati nelle fasi successive.
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