I lavoratori autonomi in moduli pagano un’aliquota effettiva dell’imposta sul reddito personale pari a un terzo di quella pagata dagli altri | Economia
L’attività dei lavoratori autonomi ristagna. Secondo gli ultimi dati al riguardo pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, relativi al 2022, il numero delle attività dei lavoratori autonomi è cresciuto di meno dell’1% nel 2022 rispetto all’anno precedente, passando da 3,46 milioni a 3,48, una cifra inferiore rispetto a quello registrato prima della pandemia. Questa battuta d’arresto è in linea con le statistiche della Previdenza Sociale, che negli ultimi tempi riflettono una stagnazione del lavoro autonomo, in contrasto con l’andamento positivo del numero dei dipendenti.
All’interno del gruppo dei lavoratori autonomi, i cosiddetti moduli, tassati sulla base di indicatori anziché sulle dichiarazioni, erano quelli che pagavano meno l’imposta sul reddito delle persone fisiche, con un’aliquota effettiva pari solo al 7,1% del reddito dichiarato – quasi un punto in meno rispetto al 9,7% dell’anno precedente – nel periodo analizzato dall’ente dipendente dal Ministero delle Finanze, rispetto al 20,1% dell’intero gruppo dei lavoratori autonomi. Quell’anno i dipendenti pagavano in media il 16,5% del loro reddito.
Nel 2022 l’Agenzia delle Entrate ha ricevuto fino a 2,9 milioni di dichiarazioni dei redditi da lavoratori autonomi, a fronte dei 22,89 milioni di tutti i lavoratori. La maggior parte dei lavoratori autonomi, quasi due milioni, pagavano le tasse in stima diretta, cioè nel regime generale dei lavoratori autonomi. Il reddito medio dichiarato da questo gruppo di maggioranza è stato di 19.045 euro all’anno, un record e in aumento dell’11,8% rispetto all’anno precedente, quando era pari a 17.032 euro. In crescita anche il volume dichiarato per il reddito da lavoro, che passa da 22.377 euro annui di media a 23.697 euro.
Gli autonomi in regime di modulo, invece, hanno dichiarato un reddito netto inferiore a quello dell’anno precedente: solo 9.148 euro l’anno, il dato più basso della serie statistica, che parte dal 2007 – togliendo l’anno della pandemia, il 2020 ., quando si è registrato un crollo generalizzato del reddito – e comprende il periodo della crisi finanziaria. I lavoratori autonomi del settore agricolo e zootecnico, che hanno un sistema separato e rappresentano poco più di 700.000 persone, dal canto loro, hanno sostenuto un tasso effettivo medio dell’11,12%.
Sistema distinto
La tassazione per moduli, detta anche stima oggettiva o semplificata, funziona diversamente da quella generale. Se questi ultimi pagano le tasse in base al reddito della loro attività, con un sistema più simile a quello dei dipendenti, i primi lo fanno in base alle caratteristiche della loro attività – ad esempio, i metri quadrati dei locali o il numero dei dipendenti – e il livello di fatturazione, che non può essere superiore a una certa soglia, tra gli altri elementi. Esiste anche un elenco chiuso di professioni che possono beneficiare di questo regime, ad esempio i parrucchieri o gli autotrasportatori.
Questo regime, inoltre, è oggetto di continue critiche perché ritenuto più incline alle frodi, al punto che da anni si tenta di liquidarlo. Per tutti questi motivi, il numero di lavoratori coperti dal sistema modulare è ridotto. Si è dimezzato rispetto al 2007 e nel 2022 erano solo 350.791 i lavoratori autonomi che pagavano le tasse secondo questo schema.
L’intero gruppo dei lavoratori autonomi ha dichiarato nel 2022 un reddito netto di 42.390 milioni, il 2,8% in più rispetto all’anno precedente. La media annua è stata di 14.229 euro, in aumento rispetto all’anno precedente (13.181 euro). All’interno di questo gruppo di lavoratori, i datori di lavoro pagavano l’aliquota effettiva più alta dell’imposta sul reddito personale, pari al 23,72%.
All’interno delle attività commerciali, che costituiscono la maggior parte del lavoro autonomo (1,15 milioni di attività nel 2022), la categoria del commercio, ristorazione e alloggio e riparazioni è la più numerosa, con 455.320 imprese e un’aliquota media effettiva pagata Irpef. del 22,1%. Segue l’edilizia, con 222.635 attività.
Stagnazione dell’attività
L’affiliazione alla Previdenza Sociale mostra dati compatibili con la stagnazione del numero di imprese che riflette la situazione Statistiche dei redditi da attività economiche dell’Agenzia delle Entrate. Tra la metà del 2022 e il 2023, il totale degli iscritti alla previdenza sociale è cresciuto del 2,7%, un tasso molto più elevato rispetto all’aumento del numero dei lavoratori autonomi, che nello stesso periodo è aumentato solo dello 0,11%. Con questi dati alla mano, il peso dei lavoratori autonomi sull’occupazione complessiva va perdendo peso: se nel 2012 rappresentavano il 18% del totale, lo scorso anno era il 16%.
Questa evoluzione, secondo alcuni esperti, è dovuta al fatto che gran parte del lavoro autonomo in Spagna non è volontario. In altre parole, molti lavoratori autonomi lo sono per necessità, poiché preferirebbero essere salariati. E ora l’economia sta andando bene e il mercato del lavoro è in crescita, stabilendo record per l’affiliazione alla previdenza sociale, il che potrebbe significare che un numero maggiore di persone trova opportunità di lavoro.