I “jabutis” aumentano le bollette elettriche dell’11%
Il disegno di legge che definisce il quadro giuridico per lo sfruttamento dell’energia eolica offshore – la PL per i parchi eolici offshore – è all’ordine del giorno della Commissione per i servizi infrastrutturali (CI) del Senato, che potrà votarlo questo martedì (2). Ma la proposta non riguarda soltanto questo tipo di energia. E ciò potrebbe portare a un forte aumento delle bollette elettriche dei brasiliani, che sono già tra le più care al mondo.
La PL 576/21 è stata proposta nel 2021 dall’allora senatore Jean Paul Prates (PT-RN), che ha poi presieduto Petrobras dal 2023 al maggio 2024. Quando è passato alla Camera dei Deputati, il progetto ha ricevuto una serie di integrazioni indipendenti con il tema originale, il cosiddetto “jabutis”. Essi comprendono diverse lobby del settore elettrico e gravano sulla popolazione.
Se approvato così com’è, il progetto potrebbe costare ai consumatori brasiliani 658 miliardi di R$ entro il 2050, circa 25 miliardi di R$ all’anno, con un conseguente aumento medio dell’11% nelle bollette energetiche. La stima è del National Energy Consumers Front, che confronta il costo aggiuntivo con la tredicesima bolletta elettrica annuale.
Il peso dei “jabutis” creati dalla Camera varia a seconda dello Stato. Secondo le simulazioni di Abrace Energia, che rappresenta i grandi consumatori, l’impatto maggiore in termini assoluti dovrebbe verificarsi nel Pará, dove il valore medio della bolletta energetica potrebbe aumentare di 26,09 R$. Seguono Mato Grosso do Sul (aumento di R$23,61) e Rio de Janeiro (R$23,52).
All’altra estremità della tabella, i consumatori di Paraná (aggiustamento medio di R$ 17,07), Paraíba (R$ 16,34) e Santa Catarina (R$ 16,09) avrebbero un aumento leggermente inferiore. I calcoli di Abrace Energia sono stati effettuati sulla base delle tariffe residenziali pubblicate dall’Agenzia Nazionale per l’Energia Elettrica (Aneel), escludendo i consumi della categoria a basso reddito (clicca qui per consultare l’elenco completo degli stati).
Tra le novità, i deputati hanno incluso l’estensione dei termini per la loro entrata in funzione, con sussidi pagati dalla bolletta elettrica, progetti di energia rinnovabile e sistemi di mini e micro generazione solare distribuita (MMGD).
Le modifiche della Camera prorogano fino al 2050 anche i contratti per gli impianti termoelettrici a carbone con scadenza nel 2028, e impongono allo Stato l’obbligo di contrarre 4.250 megawatt (MW) di impianti termoelettrici a gas rigido, oltre a quasi 4.900 MW di piccoli impianti idroelettrici. piante (PCH).
Altri emendamenti prevedono la costruzione di un impianto a idrogeno da 250 megawatt (MW) che costerebbe 28 miliardi di R$ e la contrattazione obbligatoria di 300 MW di energia eolica nel sud del Paese.
“Le otto tartarughe non sono necessarie”, afferma Luiz Eduardo Barata, presidente del Fronte Nazionale dei Consumatori di Energia. Per lui spiccano anche l’obbligo di contrarre gli impianti termici a gas inflessibile e l’estensione degli appalti degli impianti termici a carbone, oltre a Perché sono fonti energetiche più costose e più dannose per l’ambiente. “Aumentare le emissioni di gas serra non ha senso”, afferma.
Barata firma una lettera aperta ai senatori, in cui chiede il ribaltamento di otto emendamenti apportati dalla Camera.
“Ci sono otto emendamenti che potrebbero generare un costo aggiuntivo di 658 miliardi di R$ entro il 2050, un costo annuale di 25 miliardi di R$, che rappresenterà un aumento dell’11% dei costi energetici. Questo costo aggiuntivo farà sì che i consumatori residenziali nel vostro Stato pagheranno più del dovuto l’equivalente di una tredicesima bolletta elettrica ogni anno e ciò si tradurrà in un aumento del prezzo di tutti i prodotti e servizi, con un forte impatto sull’inflazione”, si legge nella lettera indirizzata ai parlamentari.
“In questo senso, facciamo appello a Vostra Eccellenza affinché non accetti di essere parte di questo errore, non voti a favore di questa violenza contro i consumatori e onori i voti che ha ricevuto alle urne. I consumatori di energia si aspettano che Vostra Eccellenza voti con coscienza “, prosegue il testo.
Qual è il costo di ogni “jabuti” nel progetto eolico offshore?
Secondo i calcoli del Fronte Nazionale dei Consumatori di Energia, il costo aggiuntivo di 658 miliardi di R$ che il progetto impone al consumatore brasiliano fino al 2050 è suddiviso come segue:
- Appalto obbligatorio di impianti termici a gas rigido – R$155 miliardi
- Rinvio del termine per l’entrata in esercizio delle rinnovabili in sovvenzione – R$ 113 miliardi
- Appalto obbligatorio di piccoli impianti idroelettrici (PCH) – R$ 140 miliardi
- Rinvio del termine per l’entrata in esercizio con agevolazione della micro e mini generazione distribuita (MMGD) – R$ 101 miliardi
- Proroga contrattualistica impianti termoelettrici a carbone – R$92 miliardi
- Proroga dei contratti del Programma di incentivazione delle fonti alternative di energia elettrica (Proinfa) – 24 miliardi di R$
- Costruzione impianti idrogeno – 28 miliardi di R$
- Contrattazione obbligatoria dell’energia eolica nel sud del Paese – R$5 miliardi
Secondo un rapporto di Agência Infra, il relatore della PL 576/2021 al Senato, Weverton Rocha (PDT-MA), avrebbe segnalato agli interlocutori che intende modificare la formulazione della proposta, al fine di facilitare un’eventuale presidenza presidenziale. veto sulle “tartarughe”. Questo perché non vedrebbe sostegno in Senato per eliminare questi brani dal testo.
Con la nuova formulazione, anche se approvata dai senatori, il progetto potrebbe subire il veto del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT). Il punto è che un simile veto verrebbe poi analizzato dal Congresso – che potrebbe ristabilire gli “jabutis”.