I gruppi WhatsApp incolpano Tarcísio per la crisi del Primo Ministro – 09/12/2024 – Inoltrati frequentemente
Nelle ultime settimane, una serie di casi di violenza agente di polizia dentro San Paolo ottenne una ripercussione nazionale e mise il Polizia Militare sotto esame.
Questi incidenti, aggiunti all’aumento della mortalità tra gli agenti di polizia nello stato, hanno intensificato i dibattiti sulla condotta delle forze di sicurezza, sui protocolli d’azione e sulla responsabilità degli agenti.
L’analisi effettuata dalla piattaforma Palver, che monitora oltre 90mila gruppi pubblici di Whatsappfornisce una panoramica delle reazioni e dei discorsi sull’argomento.
Il monitoraggio ha considerato le menzioni della Polizia Militare, delle body camera e, insieme, del governatore Tarcisio de Freitas e il Segretario della Pubblica Sicurezza, Guilherme si scioglie.
In totale, il 73% dei riferimenti sono stati indirizzati al Primo Ministro, il 16% ha coinvolto Tarcísio e Derrite e l’11% ha riguardato le telecamere. Tra il 1° e il 6 dicembre le menzioni del Primo Ministro sono aumentate di circa il 291%, le menzioni delle body camera sono cresciute del 333% e, nel caso del governatore e del segretario, l’aumento è stato di circa il 589%.
Nei gruppi allineati a destra, il tono è sfaccettato. Alcuni partecipanti adottano una posizione radicale, difendendo le azioni più letali del Primo Ministro e l’eliminazione sommaria dei “vagabondi”. Questi utenti celebrano la violenza come strumento necessario contro il crimine, relativizzano gli avvenimenti e sostengono che i media non mostrano il “contesto completo”.
Altri, tuttavia, mostrano delusione per l’attuale condotta della polizia, sostenendo che il Primo Ministro ha perso la capacità di incutere timore nei “veri criminali” e ha iniziato a perseguitare persone innocenti, danneggiando la propria legittimità.
C’è chi afferma che la polizia col tempo si è corrotta, diventando imprevedibile e meno affidabile. Appaiono anche suggerimenti secondo cui la popolazione dovrebbe essere armata e addestrata, rendendo meno rilevante l’esistenza del Primo Ministro. In questo senso si mette in discussione l’autorità di polizia e si riflette su un modello di sicurezza in cui il PM sarebbe superfluo.
Anche in questi gruppi di destra l’uso delle body camera suscita reazioni ambigue. Mentre alcuni considerano la misura necessaria per frenare gli eccessi e offrire prove visive di fronte alle accuse, altri temono che le continue riprese finiscano per limitare l’azione della polizia, indebolendo il lavoro di strada.
Nei gruppi allineati a sinistra, il tono è di ripudio e indignazione per la violenza della polizia. I messaggi evidenziano un modello storico di brutalità da parte della Polizia Militare di San Paolo, risalente al dittatura militareil massacro di Carandiru e le stragi nelle favelas, a dimostrazione che la violenza non è qualcosa di recente o isolato. Il colore e la posizione sociale della vittima diventano centrali nell’analisi, con la percezione che le persone nere, povere e periferiche siano bersagli della forza letale dello Stato.
Se da un lato il cambiamento di posizione del governo riguardo all’uso delle body camera viene visto come un riconoscimento della gravità della situazione, dall’altro viene visto con scetticismo poiché, dal punto di vista di questi gruppi, tali misure avrà un effetto reale solo se accompagnato da riforme strutturali e da una revisione radicale del modello di sicurezza pubblica.
Il dibattito nei gruppi WhatsApp riflette la polarizzazione attorno al tema ed evidenzia il deterioramento dell’immagine dell’istituzione di polizia, riflesso e amplificato in questi gruppi. La perdita di fiducia nella polizia ostacola la collaborazione tra la società civile e le forze di sicurezza, rendendo più complessa la risoluzione dei crimini e la prevenzione della violenza.
Quando la popolazione comincia a vedere gli agenti di polizia come agenti oppressivi invece che come protettori, il dialogo diventa vuoto e il sentimento di insicurezza si intensifica. Questo scenario è essenziale nelle democrazie, dove la legittimità delle istituzioni dipende dal rispetto della società civile. Pertanto, il deterioramento dell’immagine della polizia non solo mina l’efficacia del lavoro quotidiano degli agenti, ma mina anche i principi fondamentali di convivenza, sicurezza e giustizia.
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