I governatori si uniscono contro il decreto sull’uso delle forze di polizia
I governatori Romeu Zema (Minas Gerais), Cláudio Castro (Rio de Janeiro), Tarcísio de Freitas (San Paolo) e Ratinho Júnior (Paraná) hanno pubblicato questo venerdì (27) un mini manifesto contro il decreto del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT ) che limita l’uso delle forze di polizia in tutto il paese.
Nel documento si menziona che il decreto 12.342, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione (DOU), “fa beneficio alla criminalità organizzata e, in pratica, blocca l’autonomia degli Stati, in un chiaro segno di violazione della Costituzione brasiliana”.
“Con il documento, il governo federale cerca di regolamentare l’attribuzione della polizia statale. La misura è arbitraria e costituisce un tentativo senza precedenti di interferire nella politica di sicurezza degli Stati”, affermano i governatori.
I governatori rivendicano l’urgenza di revocare il decreto e sostengono che il provvedimento avvantaggia “l’azione delle fazioni”. “È urgente che il decreto venga revocato perché il suo contenuto favorisce l’azione delle fazioni e punisce uomini e donne che quotidianamente rischiano la vita per il bene della società”.
Aggiungono inoltre che “la sicurezza delle famiglie brasiliane non sarà garantita con decreti evasivi che limitino il potere della polizia, ma piuttosto con investimenti coordinati e inasprimento delle leggi”.
Anche altri governatori si sono espressi contro il decreto. Oltre ai ricorsi presso la Corte Suprema Federale (STF), il testo elaborato dal Ministero della Giustizia dovrà essere oggetto di misure da parte del Congresso Nazionale.
Cosa dice il decreto
Il testo del governo Lula condiziona l’attuazione delle misure affinché i governi statali abbiano accesso ai trasferimenti del Fondo nazionale di pubblica sicurezza (FNSP). I trasferimenti vengono effettuati tramite le risorse ricevute dalle lotterie federali. L’importo riservato al fondo dovrebbe essere di circa 1,1 miliardi di R$ nel 2025.
Le risorse trasferite possono essere utilizzate per combattere la criminalità organizzata, difendere la proprietà, ridurre le morti violente intenzionali, migliorare la qualità della vita dei professionisti della pubblica sicurezza e combattere la violenza contro le donne.