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I francesi rilasciano il boss di Telegram, che non eviterà il processo

Pavel Durov è nato in Russia ma ha lasciato il Paese una decina di anni fa. È stato interrogato come sospetto in Francia in relazione a presunti reati tra cui frode, traffico di droga, cyberbullismo, criminalità organizzata e sostegno al terrorismo.

Mercoledì i procuratori francesi hanno rilasciato il capo della piattaforma Telegram Pavel Durov dalla custodia della polizia dopo quattro giorni. Sarà processato, come riporta TASR sulla base di un rapporto dell’AP.

“Il giudice istruttore ha posto fine alla detenzione di Pavel Durov da parte della polizia e lo porterà in tribunale per una prima udienza in cui potranno essere formulate le accuse contro di lui”, ha dichiarato l’ufficio del procuratore di Parigi in un comunicato.

Arresto dopo l’arrivo dall’Azerbaigian

Durov è stato arrestato dalla polizia all’aeroporto di Parigi domenica sera e la sua detenzione è stata prolungata fino a mercoledì. La polizia ha risposto a una soffiata delle guardie di frontiera secondo cui Durov era arrivato con il suo jet privato dall’Azerbaigian.

Durov è stato interrogato in Francia in relazione a presunti reati di frode, traffico di droga, cyberbullismo, criminalità organizzata e sostegno al terrorismo. L’imprenditore è sospettato di non aver adottato misure per limitare l’uso criminale della sua piattaforma. La società ha negato le accuse.

La detenzione dell’amministratore delegato di Telegram, che secondo i suoi dati ha circa 950 milioni di utenti attivi ogni mese, ha provocato critiche da parte del governo francese. Il presidente Emmanuel Macron ha quindi risposto che non c’è alcun motivo politico dietro.

Ha venduto il proprio social network VKontakte

Il trentanovenne Durov è nato in Russia ma ha lasciato il Paese nel 2014 dopo essersi rifiutato di soddisfare le richieste del Cremlino di chiudere le comunità di opposizione sul suo social network VKontakte, che ha poi venduto. Secondo i media, Durov ha ottenuto la cittadinanza francese e degli Emirati Arabi Uniti nel 2021.

Telegram è diventato un’importante fonte di contenuti non filtrati e, secondo Reuters, a volte fuorvianti, provenienti da entrambe le parti del conflitto dopo l’invasione russa dell’Ucraina iniziata nel febbraio 2022.

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