I fedeli prima festeggiano e poi piangono – 20/11/2024 – Juca Kfouri
Se il Cruzeiro titolare sta vivendo un periodo terribile nel Brasileirão sotto la guida di Fernando Diniz, la riserva, quando cerca di mantenere il tocco di palla su cui insiste senza avere giocatori in grado di sostenerlo, è stata una facile preda all’inizio di la classica a Itaquera, in una mattinata di gala, con 46mila tifosi.
In 15 minuti, il Corinthians vince 2-0, oltre ad aver evitato un gol sulla linea fatale, tanta è stata l’efficacia dei Bianconeri di fronte all’ingegnosità del Minas Gerais.
Memphis ha disputato dei primi dieci minuti spettacolari prima di dare segni di sentire il caldo di 32º nella zona est di San Paolo.
Il gol fortuito che ha ridotto il vantaggio bianconero, nel primo tempo, ha messo a rischio la quinta vittoria consecutiva del Corinthians alla ricerca di un posto nella rosa pre-Libertadores. Che avrà bisogno dell’aiuto del Cruzeiro, per vincere la Copa Sudamericana, sabato (23), contro il Racing, impresa molto difficile, ad Assunção.
Il caldo era così forte che il secondo tempo si è giocato in un clima di sconforto, con grande protesta di Memphis, che per la prima volta ha dovuto fare il sacrificio di giocare in quelle condizioni, come ha rivelato.
L’olandese non sa che anche la sua squadra, ai Mondiali del 1994 negli Stati Uniti, fu vittima di un’identica disumanità, per servire gli interessi finanziari della FIFA.
A Itaquera è capitato di soddisfare la richiesta del Cruzeiro riguardo alla logistica di andare in Paraguay, che potrebbe essere compensato se la squadra del Minas Gerais fosse campione.
PALESTRINAS TRI
Il Palestrinas ha fatto meglio in due partite contro i Brabas e ha vinto il tris statale, ai rigori, con una prestazione esuberante del portiere colombiano Tapia, autore di tre parate.
FINE FIERA
La squadra brasiliana ha chiuso il 2024 in uno stato di depressione.
Ha giocato sei volte nelle qualificazioni con tre vittorie, due in casa contro Ecuador e Perù, una in Cile.
Ha perso una partita in Paraguay e ha pareggiato con Venezuela, in trasferta, e Uruguay, un malinconico addio a Salvador, anche se contro un avversario di tutto rispetto.
L’intervista di Raphinha al termine del 1 a 1 si è rivelata un ritratto eloquente della depressione. Gli occhi tradivano ciò che diceva la bocca.
Negare la qualità dei giocatori a disposizione dell’allenatore è un sottinteso. Mancano i geni, non i buoni giocatori.
Ciò che ancora manca, e non c’è alcuna prospettiva che cessi di mancare, è lo shock gestionale che Tite non è riuscito a fornire in due Mondiali e che i suoi tre successori Ramon Menezes, Fernando Diniz e Dorival Júnior, ripetono.
Pep Guardiola e Jürgen Klopp, ancor più del previsto Carlo Ancelotti, ricoprirebbero il ruolo, perché sono più grandi di qualsiasi altro giocatore brasiliano attuale, compreso Neymar.
Neymar, che di fronte ad un disincanto diffuso, generale e senza restrizioni, è diventato il salvatore della Patria, colui che, guarito dalle ferite, riscatterà tutto, cosa che non ha fatto nemmeno quando era al massimo della forma. In ogni caso, per la squadra la stagione finì così come era iniziata: tiepida, insipida, incolore, insipida, irritante, deprimente.
È un bene che la FIFA si incontri solo l’anno prossimo, con Colombia e Argentina in vantaggio, due squadre migliori della CBF. Che è al quinto posto. Scendere al settimo posto dopo il turno successivo non costerà molto.
La squadra sta marciando a passo di tartaruga verso i Mondiali del 2026 e se continua così il suo rendimento sarà ancora più mediocre rispetto ai cinque precedenti.
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