Questi miei nomadi, mia figlia e mio genero, sognano da quando è nata Victoria il giorno in cui sarebbero andati in campeggio con lei. Ebbene, quel giorno è arrivato, lei è ormai grande, ha due anni e quattro mesi. Ed è una piccola “um umbada”, so come si comporta quando viaggia.
Inizialmente avevano programmato di andare in montagna, ma hanno cambiato idea a causa degli orsi e hanno riconfigurato il percorso. Hanno pensato che sarebbe stato meglio andare in collina, così… A dire il vero, non mi andava di andare con il bambino in tenda. Non ci sono tutte le condizioni. Non dormirà bene. Che non mangerà quello a cui è abituata a casa. Sarà difficile lavarla. Che ci sono insetti in giro. Ho paura che il bambino o il cane si mordano una zecca. Ho appena saputo che, a causa di queste temperature infernali, i serpenti hanno iniziato a far girare la testa e ad apparire ovunque e ad attaccare, anch’essi impazziti per il caldo. Ma tutte le ragioni che ho trovato a sostegno della mia causa derivano molto probabilmente dal fatto che il mio spirito e il mio fisico rifiutano con tutte le forze questo tipo di turismo in campeggio.
“Rilassati, mamma, ci sono tutti!”.
Per ogni argomentazione contraria, hanno trovato delle soluzioni. Dormiranno bene come a casa perché hanno i materassi gonfiabili. Le daranno anche una zuppa surgelata, per farla stare zitta. E comunque non mangerà solo “cibo secco” perché cucinerà in una pentola, sui piroli. Mi hanno detto di non preoccuparmi, che non stanno andando nelle praterie o nel deserto del Gobi, e che il posto dove si accamperanno ha dei proprietari. E che comunque i proprietari forniranno loro un bagno e un frigorifero. Insomma, queste sono condizioni, non è che…
Lavarsi non sarebbe stato comunque un problema, perché hanno comprato una doccia portatile per ogni evenienza. È una piccola cosa che si monta e ha un soffietto attaccato per mettere l’acqua e riscaldarla al sole. E non devo preoccuparmi degli insetti, perché hanno un intero arsenale di “fumiganti”, spray e repellenti per tutte le specie di insetti che possono strisciare sul terreno o nell’aria.
Hanno tutto, solo i pali della tenda che hanno dimenticato…
La loro previsione era di rimanere da venerdì a lunedì sera. Hanno caricato la povera auto di tenda, materassi, sedie, bollitore, stoviglie, vasini, giocattoli, prodotti per l’igiene, kit di pronto soccorso con medicinali, cibo in scatola e ciotole per cani, acqua, cibo e vestiti. Tanti vestiti. Non tanto per loro quanto per la bambina, che non sopporta che le vengano sporcati addosso. (Ehi, quante cose ha sopportato in questo viaggio! È persino tornata con una manicure francese, ma con mani e piedi neri).
Dato che questi ragazzi non guardano la televisione, non avevano idea della tempesta di calore che sarebbe arrivata, quindi hanno messo in valigia vestiti spessi per tutti e tre! Felpe, tute, giacche… Si sarebbe detto che stessero scalando il K2… Mancavano le bombole di ossigeno.
Con tutti i loro preparativi, con tutte le liste che mia figlia fa nella sua organizzazione quasi patologica, appena arrivati hanno scoperto di non avere i pali della tenda. Per fortuna i proprietari del campeggio li hanno tirati fuori dai guai. Altrimenti avrebbero dovuto fare dietrofront, perché non avrebbero avuto spazio per dormire in macchina, tanto era sovraffollato. E non parlo solo del bagagliaio, che è comunque spazioso. In macchina c’erano i bagagli. La piccola ha viaggiato sul suo seggiolino, ma sua madre è rimasta seduta nella posizione del loto per tutto il viaggio, perché non aveva un posto dove posare i piedi sul pavimento. Dio non voglia…
Con il bambino nella tenda come un gallo
Victoria fu entusiasta dal primo momento in cui si vide lì. Anche se era un po’ fuori dal sonno. Questa bambina, non appena la si mette sul seggiolino e si parte, si addormenta. Anche se è passata solo un’ora da quando si è svegliata. È come la polvere del sonno. Ha corso in giro urlando di gioia, ha saltato su un’amaca, ha inseguito farfalle, si è rotolata nell’erba con il cane che, nonostante l’età e l’artrite, saltellava anch’esso in uno stato di delirante felicità.
Un problema c’era, ma fugace, e fu risolto abbastanza in fretta. Victoria sapeva dalla storia di Cappuccetto Rosso dell’esistenza del lupo nella foresta. E vicino al campeggio c’era una foresta giovane. che non avrebbe mai ospitato l’odore di un lupo. Una volta superata la paura di trovarsi faccia a faccia con il lupo, nulla la trattenne. A parte la prima mattina, quando si è svegliata nella tenda invece che nella sua stanza, il che ha scombussolato un po’ l’universo, nient’altro ha offuscato la sua esperienza. Per i genitori era un po’ più insolito essere svegliati al mattino dal canto del gallo nella tenda, nelle loro orecchie. Solo che non si trattava di un gallo, ma di Victoria che imitava il gallo mattutino di una famiglia vicina.
Il caldo ha accorciato la loro avventura di un giorno
Le attività con il bambino nella tenda erano tutte uguali a quelle svolte a casa. Con leggere variazioni. Disegnare sulla carta e sulle mani, giocare con la plastilina ma anche con un impasto di terra e acqua, guardare libri, cantare, ballare, correre. E mangiare. Un’attività in cui è meravigliosamente bravo e che non abbandona mai. Basta vedere qualcosa da mangiare, si strofina anche il pancino… La routine era la routine, con il pisolino a mezzogiorno, ma con la differenza che dormiva di più che a casa. Anche la sera interrompeva il film ancora prima e chiedeva di andare a letto. La stanchezza, l’aria, il caldo. Sebbene non fosse così fastidioso all’arrivo, cominciò a intensificarsi. Così, sebbene il rientro fosse previsto per lunedì sera, a mezzogiorno di domenica fecero le valigie e tornarono a casa. E con i vestiti spessi tolti…