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Hamas non vede la necessità di un nuovo accordo. Il movimento non vuole negoziare nuovi termini

Il movimento palestinese di Hamas ha dichiarato giovedì che non intende negoziare nuovi termini per il cessate il fuoco o il rilascio di ostaggi. “Non vediamo la necessità di un nuovo accordo in Hamas”, ha dichiarato l’alto funzionario militante Osama Hamdan. Ha aggiunto che a suo avviso non c’è bisogno di ulteriori negoziati, ma piuttosto di pressioni da parte degli Stati Uniti su Israele affinché accetti la proposta presentata dal presidente americano Joe Biden qualche mese fa. La TASR riporta questo dato sulla base di un rapporto dell’agenzia di stampa DPA.

Il Qatar, l’Egitto e gli Stati Uniti stanno agendo come mediatori per i colloqui di pace tra Israele e Hamas da diversi mesi. Hamdan rimprovera agli Stati Uniti di non aver fatto pressione su Israele affinché accettasse un accordo. “L’amministrazione americana… può aver preso impegni e promesse, ma non è riuscita, o forse non ha nemmeno voluto, fare pressione sugli occupanti affinché si adeguassero alle iniziative che ha presentato”, ha aggiunto.

Una fonte di Hamas ha dichiarato in precedenza che il movimento aveva chiarito ai mediatori che non avrebbe accettato ulteriori manovre israeliane sulla scia delle notizie secondo cui il governo del Primo Ministro locale Benjamin Netanyahu stava inizialmente cercando di ottenere il rilascio dei 33 ostaggi dopo una nuova fase.

Hamdan sostiene inoltre che Israele ha sempre ostacolato il processo negoziale inviando ai colloqui delegazioni non autorizzate a negoziare, imponendo nuove condizioni, rifiutandosi di ritirarsi dal corridoio di Philadelphi – una stretta striscia di terra al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto – e non ritirandosi dal valico di frontiera di Rafah.

I negoziati di giovedì sono considerati un momento chiave negli sforzi per assicurare un cessate il fuoco e facilitare uno scambio di ostaggi nel conflitto nell’enclave palestinese, iniziato dopo gli attacchi senza precedenti contro Israele il 7 ottobre dello scorso anno, riferisce la DPA.

Tuttavia, le prospettive di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza si sono notevolmente complicate due settimane fa, quando il leader di Hamas Ismail Haniyeh è stato ucciso in un attentato a Teheran. L’Iran e i gruppi militanti che sostiene attribuiscono la responsabilità dell’uccisione di Haniyeh a Israele, che non ha confermato né smentito ufficialmente. Hanno minacciato ritorsioni per l’attacco.

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