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‘Grammatica’ ovvero come il teatro difende la lingua attraverso la satira | Cultura


José Troncoso e María Adánez in una scena di 'La Grammatica', di Ernesto Caballero.
José Troncoso e María Adánez in una scena di ‘La Grammatica’, di Ernesto Caballero.Davide de la Morena

Inaspettatamente e senza motivo apparente, uno scaffale pieno di trattati di grammatica, dal primo, quello di Nebrija, all’ultima edizione, cade sulla testa di una donna quasi analfabeta, donna delle pulizie presso l’Accademia reale della lingua, e la sua vita cambia per sempre. In peggio. Il disturbo linguistico di cui soffre questa donna, che passa dall’esprimersi in modo rozzo e con gravi errori grammaticali all’essere una studiosa perfetta e colta, che vive in uno stato permanente di ansia e rabbia per le imprecisioni nella lingua di tutti quelli che incontra avvicinarsi a lei, trasforma la sua vita in un vero calvario. Perde il lavoro ed è costretta ad allontanarsi dalla famiglia e dagli amici. Tanto che va da un terapista per aiutarla a essere la persona che era, quella che si esprimeva in modo rude e rude, con pochissimi vocaboli, e tornare così alla sua essenza e identità. Con La grammaticacommedia satirica ad alta tensione, il drammaturgo Ernesto Caballero si schiera con forza in difesa del linguaggio, senza condanne classiste o elitarie, ma al contrario, rivendicando anche la grandezza del discorso popolare. Con María Adánez e José Troncoso, debutterà venerdì 29 nella Sala 10 del Matadero di Madrid, dove resterà in scena fino al 22 dicembre.

Caballero (Madrid, 67 anni), drammaturgo di lunga data, direttore da otto anni del Centro Drammatico Nazionale e ideatore del progetto Teatro Urgente, che cerca l’incontro nel teatro con la filosofia, la letteratura o la poesia, scrive e dirige questo nuovo montaggio sugli usi e abusi del linguaggio, attratto dalla contraddizione tra l’osservazione “ossessiva e rigida” delle norme grammaticali versus la spontaneità del discorso. Alla base c’è anche l’intento di interrogarsi e riflettere sul degrado del linguaggio, tema che avevo già approfondito in precedenza L’autore di Las Meninascon Carmen Machi. “Poi ho indagato sulla falsa democratizzazione dell’espressione artistica e qui ho fatto un ulteriore passo avanti e l’ho portato in parole”, dice Caballero. In La grammaticauna parabola che si svolge in uno spazio dai toni retrofuturisti, ha intenzionalmente cercato di rendere omaggio alla lingua spagnola e rivendicare il teatro come piattaforma per la difesa di quel “tesoro”. Lo spettacolo, che si svolge al presente e in cui il pubblico assiste dal vivo alla seduta clinica del terapeuta per ritornare al passato della donna, sottolinea così l’importanza del linguaggio, della scelta appropriata di ciascuna delle parole nel comunicare, nella grandezza del la lingua e come utilizzarla in un momento di chiara involuzione linguistica.

José Troncoso e María Adánez in una scena di ‘La Grammatica’ di Ernesto Caballero, nella navata 10 Matadero.Davide de la Morena

Gentleman non è sicuro di cosa causi l’attuale degrado del linguaggio – “forse ho scritto questo articolo per trovare o provare a trovare le ragioni”, dice – ma nel profondo c’è il potere dei social network e l’invasione assoluta delle immagini. “Il degrado del linguaggio o della schematizzazione ha portato al suo uso improprio, un uso spurio inteso a non chiamare le cose con il loro nome, a creare realtà come dice ora il nostro grande leader supremo del mondo (leggi Donald Trump) o fatti alternativi. Anche questi fatti alternativi sono costruiti dal linguaggio e credo che ci siano dei beneficiari nel smettere di chiamare le cose con il loro nome”, spiega Caballero, per il quale dal palco possiamo ancora una volta contribuire ad essere precisi e ad appropriarci del nostro linguaggio. “In Spagna ci manca l’orgoglio per la nostra lingua e il teatro, umilmente, può e deve essere un luogo in cui recuperare quella precisione e quell’orgoglio”, proclama il regista, che rivendica il discorso popolare, ciò che è vissuto contro ciò che è normativo.

L’intero team di questo lavoro è veramente interessato a che gli accademici della RAE vengano a vedere lo spettacolo. “L’unico che conosco e di cui sono amico è Juan Mayorga e gli ho chiesto di aiutarmi ad estendere l’invito perché sono molto interessato alla sua visita. In questo ambiente futuro presente in cui si svolge il lavoro, l’Accademia è rimasta in uno spazio che continua ad esistere, ma come la Vetreria La Granja, cioè un luogo che un tempo aveva una funzione; ma oggi è quasi come un vestigio ornamentale”, dice Caballero, che continua a essere militante del “solo” con accento e fa parlare i suoi personaggi dell’opera della “funzione notarile” della RAE. “La lingua, come la vita, cambia e quando la politica cerca di imporre un modo di parlare, che è organico nel popolo, che è il grande creatore del linguaggio, si produce una certa aberrazione con cui la RAE, a mio avviso, fa è piuttosto prudente», aggiunge il direttore, che confessa il desiderio di svolgere questa funzione presso la sede stessa dell’Accademia. “Ce la caviamo con due sedie”, dice.

Ernesto Caballero, a Madrid, nel 2022. Samuel Sanchez

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