Glovo, un altro modello di lavoro è possibile | Opinione
La società di consegna Glovo ha annunciato lunedì la sua intenzione di cambiare modello di business e iniziare a operare con flotte di fattorini stipendiati e non con falsi lavoratori autonomi, come ha fatto sin dalla sua fondazione nel 2015. Questo modello, attraverso il quale accumula milioni di euro di sanzioni e contributi non pagati, è ciò che ha portato il suo amministratore delegato, Oscar Pierre, a comparire davanti al giudice questo martedì, indagato per un reato contro i diritti dei lavoratori.
Si tratta senza dubbio di un cambiamento storico e di una vittoria della legge su un modello economico apparentemente innovativo che concretizza il suo vantaggio competitivo nello sfruttamento e nel mancato rispetto delle normative vigenti. Contrariamente a quanto affermato finora, la piattaforma assicura che il cambiamento non influirà sullo sviluppo o sulla qualità del servizio. In questo modo, riconosce che i diritti del lavoro a cui si è tanto opposto non solo devono, ma possono essere compatibili con i benefici.
Il percorso per proteggere i lavoratori di queste piattaforme è stato arduo e ha comportato l’impegno particolare della vicepresidente Yolanda Díaz. La Corte Suprema ha stabilito nel 2020 che il rapporto tra queste aziende e i loro autisti delle consegne dovrebbe essere regolato da un contratto di lavoro e non da un contratto commerciale, in cui l’operatore forniva il servizio come se fosse un lavoratore autonomo. Nel 2021 il Ministero del Lavoro ha promosso la cosiddetta legge del cavaliere per chiarire quel rapporto, una norma che Glovo da allora contesta nonostante le multe inflitte dall’Ispettorato del lavoro, che tra compensi non pagati e sanzioni superano i 250 milioni di euro. La piattaforma digitale, marchio principale del settore in Spagna, ha addirittura minacciato di lasciare il Paese, così come ha fatto la britannica Deliveroo, ma in questo momento l’UE ha promosso modifiche legislative nella stessa direzione del governo spagnolo.
Fino ad aprile, l’Ispettorato del Lavoro aveva regolarizzato 41.000 fattorini Glovo e l’azienda assicura che l’annuncio di lunedì riguarderà altri 15.000 lavoratori provenienti da diversi settori dell’azienda, “il movimento di affiliazione più importante della storia della Spagna realizzato mediante ispezione” , nelle parole del vicepresidente Díaz. La verità è che il proprietario di Glovo, Delivery Hero, sembra voler anticipare possibili riclassificazioni forzate che potrebbero risultare molto più costose per l’azienda.
I sindacati avvertono che i lavoratori non sanno come verrà attuato questo cambiamento e se migliorerà davvero le condizioni dei fattorini in termini di salari, orari e altri benefici. Tutto sommato, e nonostante i suoi prossimi movimenti debbano essere attentamente monitorati, la decisione di Glovo dimostra che un altro modello di lavoro è possibile.