I pubblici ministeri sostengono che il presidente non ha l’autorità di modificare unilateralmente la Costituzione
Un gruppo di pubblici ministeri di 18 stati americani ha deciso di ricorrere in tribunale per contestare un decreto firmato da Donald Trumpche mira a negare la cittadinanza per diritto di nascita ai figli di immigrati privi di documenti. I pubblici ministeri sostengono che il presidente non ha l’autorità di modificare unilateralmente la Costituzione. La causa è stata intentata presso la Corte Distrettuale Federale del Massachusetts, con il sostegno delle città di San Francisco e Washington D.C. Il decreto in questione dichiara che i figli di immigrati privi di documenti non sono “soggetti alla giurisdizione” degli Stati Uniti, che ciò squalificherebbe il diritto alla cittadinanza garantito dal 14° emendamento. L’ordinanza impone alle agenzie federali di non rilasciare documenti di cittadinanza a questi bambini, sfidando una garanzia che esiste da più di un secolo e mezzo.
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Sebbene la controversia possa essere risolta in tribunale, gli esperti suggeriscono che la Corte Suprema dovrebbe tendere a sostenere gli Stati che contestano la misura. L’idea di limitare la cittadinanza per nascita ha guadagnato forza tra i candidati repubblicani nelle ultime elezioni, e la proposta non è più considerata assurda da alcuni giuristi. L’amministrazione Trump e i suoi sostenitori hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla pratica nota come “turismo delle nascite”, in cui le donne incinte si recano negli Stati Uniti per partorire e garantire la cittadinanza ai propri figli. Attualmente si stima che circa 4,7 milioni di bambini nati negli Stati Uniti abbiano almeno un genitore privo di documenti.
Pubblicato da Sarah Paula
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale