Gli Stati Uniti accusano l’Iran di attacchi informatici alle campagne elettorali
Secondo l’FBI, l’Iran ha preso di mira anche la campagna della vicepresidente e candidata democratica Kamala Harris.
Lunedì gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran di aver lanciato operazioni informatiche contro le campagne di entrambi i candidati alla presidenza e di aver preso di mira il pubblico americano con l’intento di provocare divisioni politiche. Lo riferisce TASR, secondo quanto riportato da Reuters.
“Abbiamo assistito a un’attività iraniana sempre più aggressiva in questo ciclo elettorale”, ha dichiarato in un comunicato il Federal Bureau of Investigation (FBI) degli Stati Uniti attraverso la sua divisione dedicata alla supervisione della protezione dei sistemi informatici governativi.
La dichiarazione ha anche confermato che all’inizio del mese la campagna del candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump ha denunciato che l’Iran aveva lanciato un attacco di hacking al suo sito web. In seguito a tali accuse è stata avviata un’indagine dell’FBI, come riporta la Reuters.
In quell’occasione Trump aveva dichiarato che l’Iran era riuscito solo a “ottenere informazioni pubblicamente disponibili”.
Secondo l’FBI, l’Iran ha preso di mira anche la campagna della vicepresidente e candidata democratica Kamala Harris, che dovrebbe accettare formalmente la sua candidatura per le elezioni di novembre durante la convention del Partito Democratico di questa settimana.
La missione iraniana negli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione in cui definisce le accuse “infondate e senza alcun fondamento”. “Come abbiamo annunciato in precedenza, la Repubblica islamica dell’Iran non ha alcuna intenzione o motivo di interferire nelle elezioni presidenziali statunitensi”, ha aggiunto la missione.
