Gli squilibri economici genereranno sempre nuove tasse, dice l’esperto a WW
FGV e il ricercatore Julius Baer Brasil, Samuel Pessôa, che partecipano al programma WW questo mercoledì (27), ha affrontato la recente proposta di imporre tasse ai super-ricchi, evidenziando un problema strutturale dell’economia brasiliana.
Secondo Pessôa, la sfida principale che riguarda il mercato finanziario è l’esistenza di regole che obblighino la spesa pubblica a crescere sistematicamente più velocemente dell’economia.
“Se la spesa pubblica crescesse allo stesso ritmo [que a economia]la spesa in percentuale dell’economia è ferma. E poi hai un certo equilibrio”, ha spiegato.
Ciclo di squilibrio e nuove tasse
L’esperto ha avvertito che, quando le regole costringono la spesa pubblica a crescere più velocemente dell’economia, si crea un ciclo in cui “ogni anno il Congresso deve approvare nuove tasse”.
Pessôa ha sottolineato che non si tratta di un problema isolato, ma ricorrente: “Poi, l’anno successivo, lo squilibrio si ripristina, perché la spesa cresce a un ritmo più veloce e così via”.
Analizzando la proposta di includere l’aumento del salario minimo nel quadro fiscale, Pessôa l’ha classificata come “bugia” e “fallace”. Secondo lui questa misura non risolve il problema strutturale, poiché la spesa pubblica crescerebbe ancora più velocemente a causa dell’aumento demografico dei beneficiari dei programmi legati al salario minimo.
“A causa della situazione demografica brasiliana, il numero di persone che beneficiano di programmi pubblici legati al salario minimo varia dal 2 al 3%. Quindi, se il salario minimo aumenterà al tasso di crescita del quadro, i benefici, cioè la spesa pubblica legata alle prestazioni legate al minimo, cresceranno di 2,5 più il numero dei beneficiari, che è un altro 2,3. In altre parole, le spese legate al minimo cresceranno di 5, cioè più del Pil”, ha spiegato il ricercatore.
Pessôa ha concluso che, sebbene la proposta possa alleviare in qualche modo il problema, lo squilibrio continuerà a riemergere anno dopo anno, perpetuando la necessità di nuove tasse per coprire la crescente spesa pubblica.