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Gli scienziati scoprono come “sentire” i sintomi dell’Alzheimer; capire


I ricercatori nordamericani stanno studiando l’uso dei microfoni auricolari per rilevare i primi segni di Alzheimer che si può “sentire”. La novità è stata presentata martedì scorso (19) al 187esimo incontro virtuale della Acoustical Society of America.

Le persone con Alzheimer sperimentano una perdita di controllo motorio insieme a segni di declino cognitivo. Uno dei primi segni di questo disturbo può essere rilevato nei movimenti oculari involontari. Queste rapide contrazioni oculari nelle persone con Alzheimer sono più lente, meno precise o ritardate rispetto alle persone sane.

Il rilevamento e l’analisi di questi movimenti oculari richiede il monitoraggio del paziente tramite apparecchiature di tracciamento oculare, che potrebbero non essere accessibili a tutti. Pertanto, i ricercatori dell’École de Technologie Supérieure, in Canada, e dell’Università di Dartmouth, negli Stati Uniti, stanno esplorando un metodo alternativo che utilizza microfoni auricolari.

“Stiamo utilizzando un dispositivo chiamato udibile”, spiega in un comunicato stampa Miriam Boutros, la ricercatrice che ha presentato il lavoro all’incontro virtuale. “Si tratta di cuffie con microfoni intrauricolari che catturano i segnali fisiologici provenienti dal corpo. Il nostro obiettivo è sviluppare algoritmi di monitoraggio della salute ascoltabiliin grado di effettuare un monitoraggio continuo e a lungo termine, oltre alla diagnosi precoce delle malattie”.

Questi microfoni auricolari verrebbero utilizzati per rilevare le vibrazioni nel timpano causate da movimenti oculari involontari nei pazienti affetti da Alzheimer. Per verificare se ciò sia fattibile, i ricercatori stanno conducendo esperimenti con volontari, fornendo loro sia apparecchi acustici che tracciatori oculari convenzionali.

L’obiettivo degli scienziati è identificare i segnali corrispondenti ai movimenti oculari e distinguere tra segnali sani e altri sintomi di disturbi neurologici come l’Alzheimer.

Sperano che, in futuro, la ricerca porti a dispositivi in ​​grado di eseguire il monitoraggio continuo dell’Alzheimer e di altre malattie neurologiche in modo non invasivo.

“Sebbene l’attuale progetto sia focalizzato sul monitoraggio a lungo termine del morbo di Alzheimer, vorremmo eventualmente affrontare altre malattie ed essere in grado di differenziarle sulla base di sintomi che possono essere monitorati attraverso segnali nell’orecchio”, afferma il ricercatore Arian Shamei .

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Luca

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