Gli atti per la morte di Franco infastidiscono nuovamente il PP | Spagna
Quando, nel 2022, si discuteva al Congresso l’approvazione della legge sulla memoria democratica, il leader del PP, Alberto Núñez Feijóo, convocò in tutta fretta le associazioni delle vittime del terrorismo. “Abbiamo ricevuto un fumo”, ha detto Consuelo Ordóñez, sorella del consigliere del PP assassinato dall’ETA Gregorio Ordóñez, “chiamandoci praticamente da un giorno all’altro ad una riunione del Congresso, senza ordine del giorno o altro. Mi ha sorpreso molto. Più tardi ho scoperto che si trattava di utilizzare le vittime dell’ETA per affrontare le vittime del franchismo mentre si discuteva della legge sulla memoria democratica. E sono andato in collera. “Utilizzare alcune vittime contro altre significa cadere molto in basso.” Questo mercoledì, mentre Pedro Sánchez presiedeva il primo degli eventi per il 50° anniversario della morte di Franco, Feijóo si è recato nelle città valenciane colpite dalla dana. La visita non era inclusa nell’ordine del giorno che il PP aveva distribuito ai media il giorno prima. “Sánchez, con Franco; Feijóo, con i valenciani”, si legge nel comunicato pubblicato questa mattina.
La cosiddetta memoria storica o democratica ha sempre infastidito il PP, che ha irrigidito la sua posizione dopo la comparsa di un concorrente di destra, Vox, che ha fatto della battaglia contro la legislazione in materia una delle sue bandiere. I toni diversi nella risposta ai cento eventi preparati dal Governo in occasione del cinquantenario della morte di Franco lo dimostrano ancora una volta: dalla presa in giro all’iperbole.
Mentre il leader del partito e i portavoce ufficiali adottano la tesi della “cortina fumogena” – criticando cioè il motivo per cui, a loro avviso, questi eventi vengono chiamati più degli eventi stessi – la presidentessa del Madrid, Isabel Díaz Ayuso, accusa Sánchez di voler portare “violenza in piazza” e l’ex portavoce parlamentare Cayetana Álvarez de Toledo – licenziata da Pablo Casado e recuperata da Feijóo promuove un manifesto in cui parla di “guerra civile”.
“Cayetana è sola”, dicono fonti della direzione nazionale del PP. All’interno del partito c’è chi avverte del pericolo di cadere nella “trappola” del “dibattito aperto” sull’opportunità o meno di sostenere le azioni. “Tutto ciò che Sánchez fa nei confronti di Franco è per infastidire il PP”, dice un popolare leader territoriale. Fonti del gabinetto Feijóo sottolineano: “Franco sta cercando di mobilitare l’elettorato deluso dal PSOE”. “Qual è il rischio?” si chiedono altre fonti dell’esecutivo. “Lasciamo che Abascal dica che la vita con Franco non era poi così male”, rispondono.
La prima volta che al Congresso fu promossa la condanna del colpo di stato del 1936 fu nel settembre 1999 e poi il PP si oppose, considerandola una “semplificazione e riduzione storica” per sottolineare che la rivolta franchista era stata l’unica causa del Guerra civile. Sono stati gli unici a votare contro la proposta. Nel 2002, proprio nel 27° anniversario della morte di Franco, quando José María Aznar era presidente del governo, il popolo sostenne, dopo un arduo negoziato al Congresso, una risoluzione che diceva: “Nessuno può sentirsi legittimato, come è accaduto passato, a usare la violenza per imporre le proprie convinzioni politiche e instaurare regimi totalitari contrari alla libertà e alla dignità di tutti i cittadini, il che merita la condanna e il rifiuto della nostra società. Il testo prevedeva anche il “riconoscimento morale delle vittime della Guerra Civile, così come di coloro che successivamente subirono la repressione della dittatura franchista”.
Nel 2007, però, Jaime Mayor Oreja, ex ministro degli Interni e poi deputato europeo, respinse quella condanna: “Come condannerò quello che, senza dubbio, rappresentava un settore molto ampio di spagnoli?” Ángel Acebes non lo ha smentito: “Portare al presente il dolore dello scontro che ha comportato la Guerra Civile tra spagnoli non apporta nulla di buono”, ha detto.
Nel novembre 2018, al Senato, il PP si è astenuto dal votare un’iniziativa che condannava “assolutamente” il franchismo, nonché “qualsiasi atto di esaltazione dello stesso” in una mozione del PSOE che appoggiava il governo nella riesumazione di Franco della Valle dei Caduti. I popolari hanno votato contro anche le due leggi sulla memoria dello Stato, quella del 2007 e quella del 2022, sostenendo che rappresentano un attacco alla Transizione – nonostante la relazione di entrambi i testi elogi quel periodo – Già la Costituzione -AP, il partito precedente del PP, si divise in occasione della votazione della legge fondamentale nel 1978: dei suoi 16 deputati, otto votarono a favore; cinque contrari e tre astenuti―, ma hanno consentito o addirittura promosso norme regionali in materia finché Vox non li ha costretti ad abrogare.
Rajoy ha mantenuto la legge del 2007 durante tutti gli anni in cui è stato al potere, anche se si è vantato pubblicamente di aver lasciato i suoi finanziamenti a zero. Anche sindaci e leader provinciali del PP si sono avvicinati alle fosse comuni del regime franchista per festeggiare con le famiglie delle vittime il recupero dei resti, ma l’emergere di Vox ha inasprito il discorso nazionale del partito sull’argomento. Oggi si escludono da una serie di eventi, mostre, convegni… per il cinquantesimo anniversario della morte del dittatore, anche se ad alcuni di essi il Re parteciperà.