Il delegato Fábio Baena Martin, l’ufficiale di polizia civile Marcelo Roberto Ruggieri e gli investigatori Eduardo Lopes Monteiro, Marcelo Marques de Souza e Rogério de Almeida Felício, della Polizia civile di San Paolo, tutti obiettivi dei mandati di arresto nell’operazione Tacito, avrebbero negoziato tangenti per ordine di R Secondo l’indagine, 30 milioni di dollari con membri del Primeiro Comando da Capital (PCC).
La difesa di Fábio Martins e Eduardo Monteiro afferma che i fatti sono già stati indagati e archiviati dalla Corte e ha classificato gli arresti come arbitrari (leggi la nota completa in fondo all’articolo). L’avvocato Anderson Minichillo, che rappresenta Marcelo Ruggieri, ha affermato di non aver ancora avuto accesso agli atti e alle ragioni che hanno giustificato l’arresto.
L’indagine ha portato il giudice Paulo Fernando Deroma de Mello, del 1° Tribunale per reati fiscali, organizzazione criminale e riciclaggio di beni e oggetti di valore nella capitale, a bloccare i beni degli agenti e di altri indagati fino al limite di 30 milioni di R$. .
“La restrizione patrimoniale cautelare può avere lo scopo di impedire la continuazione della pratica dei reati e l’illecito arricchimento degli indagati, nonché di assicurare la futura perdita patrimoniale e la riparazione dei danni cagionati, anche sotto forma di eventuale danno collettivo, eventualmente anche a garantire l’ordine pubblico ed economico, impedendo agli indagati di persistere nelle loro pratiche criminali”, ha spiegato il giudice.
L’operazione Tacitus si basa sul pluripremiato accordo di collaborazione dell’imprenditore Vinicius Gritzbach, realizzato nell’area arrivi dell’aeroporto di Guarulhos l’8 novembre. Ha denunciato un piano di corruzione ed estorsione all’interno della Polizia Civile.
Il delegato Fábio Baena Martin è sospettato di aver sfruttato la sua posizione per proteggere i criminali del PCC dalle indagini in cambio di tangenti. I pagamenti sarebbero stati effettuati non solo in contanti, ma anche tramite orologi di lusso e persino una fattoria, che sarebbe stata ceduta a lui e a Eduardo Monteiro.
Monteiro è il nipote dell’ispettore generale della polizia civile, Rosemeire Monteiro de Francisco Ibanez. Secondo l’indagine, agli alleati, il poliziotto ha lasciato intendere che, a causa del suo legame familiare, non temeva indagini disciplinari.
In una delle conversazioni ottenute nell’inchiesta, Eduardo Monteiro afferma addirittura che verrebbe arrestato se il Consiglio di Controllo delle Attività Finanziarie (Coaf) analizzasse le sue transazioni finanziarie.
L’evoluzione del patrimonio del capo e degli agenti della Polizia Civile ha catturato l’attenzione degli inquirenti. Secondo il Pubblico Ministero, i beni che accumulano non sono compatibili con gli stipendi che ricevono come dipendenti pubblici.
Un’altra persona presumibilmente coinvolta nel piano è l’agente di polizia Marcelo Roberto Ruggieri. La Procura sostiene che egli abbia uno “stretto legame” con il PCC e che abbia addirittura prodotto un documento falso per aiutare i criminali della fazione.
Sono stati arrestati anche l’avvocato Ahmed Hassan Saleh, detto Mude, e l’uomo d’affari Robinson Granger de Moura, detto Molly, e Ademir Pereira de Andrade, tutti sospettati di riciclaggio di denaro del PCC.
Autorizzando l’operazione e ordinando gli arresti, il giudice Paulo Fernando Deroma de Mello ha affermato che nessuna fazione criminale può raggiungere il potere del PCC senza la “partecipazione effettiva degli agenti pubblici, in particolare quelli legati alla pubblica sicurezza del Paese”.
“Se gli elementi finora raccolti verranno confermati nell’indagine in corso, si potrà affermare, senza alcun dubbio, che il Brasile è diventato un narco-Stato”, ha scritto il giudice nella sentenza.
Cosa dicono le difese
La difesa composta dal capo della polizia dott. Fábio Baena Martin e l’investigatore Eduardo Monteiro, indignati, hanno chiarito che l’arresto effettuato oggi non è necessario, opportuno e costituisce una palese arbitrarietà.
È inaccettabile in Brasile banalizzare il diritto alla libertà, decretando arresti mediatici, senza contemporaneità, e i più gravi, per fatti già indagati e archiviati dalla Corte, su raccomandazione dello stesso Pubblico Ministero.
La parola puerile di un mitomane, senza alcun nuovo elemento di prova, non avrebbe mai potuto motivare un provvedimento così eccezionale, lesivo dello status dignitatis e libertatis dei nostri elettori. Va inoltre chiarito che entrambi sono apparsi spontaneamente per essere ascoltati e non hanno mai causato alcun imbarazzo alle ripetute indagini.
Inoltre, la difesa denuncia il fatto gravissimo che al delegato Baena non è stato dato il diritto e la possibilità di contattare i suoi avvocati informandoli del suo arresto e dell’esecuzione del mandato di perquisizione, il che non fa altro che rafforzare l’illegalità denunciata.
La difesa sta adottando tutte le misure per porre immediatamente fine alla pretesa coercizione accertata.
Daniel Bialski, Bruno Borragine, Luís Felipe D’Alóia, Gustavo Alvarez Cruz, Daniele Casteluci Oliveira e André Bialski
La difesa dell’avvocato Ahmed Hassan Saleh ha accolto con immensa sorpresa la notizia del suo arresto temporaneo.