Il ministro Gilmar Mendes, della STF (Corte Suprema Federale), ha votato venerdì (15) la liberazione dell’ex giocatore Robinho. Il processo è ripreso in seduta plenaria virtuale ed è 2 a 1 contro il ricorso dell’atleta, condannata per stupro.
Secondo Gilmar, l’arresto di Robinho è avvenuto prima della fine del processo di ratifica della sentenza della Corte italiana in Brasile, contraddicendo la giurisprudenza della Corte Suprema sull’arresto dopo una sentenza definitiva.
“Mi risulta che si tratti di concedere l’ordinanza al fine di determinare l’immediata liberazione del paziente fintanto che non vi sia una decisione di approvazione definitiva, fermo restando, ovviamente, il decreto di misure cautelari nei casi più rigorosi in che erano applicabili, dietro giustificazione che ne dimostri la necessità”, afferma il ministro nella decisione.
Gilmar suggerisce inoltre la sospensione del processo di approvazione della sentenza e l’analisi, in Corte Suprema, delle questioni procedurali legate alla conferma in Brasile delle condanne all’estero.
Il dibattimento in appello della difesa di Robinho contro l’arresto dell’ex giocatore è iniziato a settembre ed è finito interrotto da una richiesta di parere (più tempo per l’analisi) di Gilmar Mendes.
Il risultato parziale è 2 a 1 contro l’uscita di Robinho. La maggioranza, per ora, è composta dai ministri Luiz Fux, relatore del caso, e Edson Fachin.
Robinho è stato condannato dai tribunali italiani per stupro di gruppo. È detenuto da otto mesi nel penitenziario di Tremembé, a San Paolo, dopo che la STJ (Corte Superiore di Giustizia) ha approvato la sentenza italiana.
Il processo dovrebbe concludersi il 26 novembre.