La Federazione delle Industrie dello Stato di Minas Gerais (Fiemg) si è mobilitata per bloccare due “tartarughe” nel disegno di legge che regola la gestione di parchi eolici offshore.
Il Senato ha approvato il progetto giovedì scorso (12). Ora il testo deve passare all’approvazione presidenziale.
Il termine “jabuti” si riferisce alle modifiche apportate a testi legislativi senza essere correlate alla proposta originale.
In questo caso Fiemg difende il veto del presidente Lula sulle proposte che, secondo l’ente, comporteranno un aumento delle bollette elettriche e un aumento delle emissioni di anidride carbonica.
Le “jabuti” nel mirino della Federazione aprono la strada all’espansione delle centrali termoelettriche a gas e carbone, la cui produzione, oltre ad essere inquinante, è più costosa.
“Una centrale termoelettrica a carbone inquina 34 volte di più di una centrale idroelettrica, e una centrale a gas 20 volte di più. Queste scelte hanno un impatto diretto sulla nostra capacità di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, oltre a danneggiare le tasche di ciascun brasiliano”, ha affermato in un comunicato Flávio Roscoe, presidente di Fiemg.
“Oggi l’11% degli impianti termoelettrici nella matrice elettrica fanno sì che la bolletta elettrica sia più cara del 20% e anche i prodotti di prima necessità per la popolazione più cari. Ampliare queste fonti inquinanti fino al 2050 è un errore molto grave, perché aumenterebbe ulteriormente questi costi”, conclude.
L’entità si sta mobilitando sui social media, poiché ritiene che “non è una questione di destra o sinistra, si tratta di proteggere il Brasile”.
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