La salma è stata tumulata nella sede di Botafogo, a Rio de Janeiro; Martedì i funerali saranno privati
Il corpo di Leone Battista si è svolto presso la sede dell’ Botafogoa Rio de Janeiro. Il noto giornalista è morto all’età di 92 anni, vittima di complicazioni legate ad un cancro al pancreas. La sua morte rappresenta una grande perdita per il giornalismo televisivo sportivo brasiliano, dove ha lasciato un’eredità significativa. Renato Ribeiro, che ricopre la carica di direttore generale dello sport presso Globo, ha elogiato il percorso di Léo Batista, sottolineando la sua capacità di adattarsi e reinventarsi durante i suoi settant’anni di carriera.
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“Non ha mai negato il nuovo. Sapeva sempre aggiornarsi. Proprio quando pensavi che il suo tempo fosse passato, sarebbe riemerso. Ha cambiato il modo di raccontare le storie, ha cambiato la sua voce per i tempi nuovi. Penso che questa sia la sua più grande ispirazione. Non rinnegare il nuovo, accogliere i nuovi linguaggi e reinventarsi. È stato così durante questi 70 anni (della sua carriera)”, ha concluso Ribeiro.
Léo Batista ha coperto 13 Coppe del Mondo ed è apparso nei principali programmi di Globo, come Globo Esporte e Fantástico. Quest’ultimo ha avuto nella sua prima edizione anche Léo Batista, che ha presentato gli obiettivi del girone e ha interagito con la famosa Zebrinha quando ha riportato i risultati della lotteria sportiva.
Ribeiro ha ricordato come “Seu Léo” fosse disposto a trasmettere il suo sapere ai più giovani, cosa ribadita da Tino Marcosgiornalista che ha lavorato a TV Globo, insieme a Léo Batista. “Ho vissuto con quest’uomo per 35 anni in redazione, imparando. In pratica. Come registrare una voce fuori campo, come migliorare… è una lezione Un uomo con energia, capacità. Non è mai stato una persona anziana. Non l’hai mai visto seduto, come un anziano. Era sempre ai tavoli, sempre a rivedere, a parlare”, ha detto a SporTV.
Tino ha anche sottolineato il simbolismo del Botafogo che apre le sue porte per la cerimonia. Léo Batista era un tifoso del club e membro dal 1992. Ha narrato la prima partita di Garrincha da professionista ed è stato onorato nel 2019 con uno stand allo stadio Engenhão a lui intitolato.
“Ho guardato il General Severiano, un posto in cui ho lavorato tante volte e dove Léo ha frequentato il Botafogo negli anni ’60, con Garrincha e Nilton Santos. Lo stesso Léo che vide il Botafogo nel 2024. È molto simbolico che siamo qui”, ha concluso Tino.
Alla veglia funebre ha partecipato anche la presentatrice Mylena Ceribelli, che ha partecipato ai blocchi sportivi Esporte Espetacular, Globo Esporte e Fantástico. Ha ripetuto una frase che lo stesso Léo Batista ha detto nel documentario su di lui prodotto da Globoplay: “Solo chi muore veramente non sarà mai più ricordato”.
“Sarà sempre ricordato, perché è un riferimento, personalmente, professionalmente…”, ha detto prima di scoppiare in lacrime.
Il giornalista era stato ricoverato venerdì, già con complicazioni dovute al tumore. L’icona del giornalismo, soprannominata “The Remarkable Voice”, ha continuato a lavorare per l’emittente alla quale ha contribuito con i suoi servizi per 55 anni. Vedovo, era sposato con Leyla Chavantes Belinaso, Dona Leila, morta all’età di 84 anni, nel 2022. La sepoltura sarà riservata a familiari e amici, martedì.
*Rapporto prodotto con l’aiuto di AI e Estadão Conteúdo
Pubblicato da Fernando Dias