L’esclusione finanziaria, con tutte le sue conseguenze, comprese quelle che riguardano la salute, è stata associata alle zone rurali a causa della chiusura degli uffici bancari e dello spopolamento. Tuttavia, questo tipo di esclusione è molto più ampia. I ricercatori delle Università di Lleida e Saragozza sottolineano l’importanza dell’esclusione finanziaria nelle aree urbane. Lo studio Esclusione finanziaria, spopolamento e invecchiamento: un’analisi basata su dati panel (Esclusione finanziaria, spopolamento e invecchiamento: un’analisi basata su dati panel) rivela una realtà molto più complessa.
I professori María Pilar Alonso, Pilar Gargallo, Carlos López-Escolano, Jesús Miguel e Manuel Salvador, autori del lavoro, stimano che vi sia esclusione finanziaria anche nei comuni senza filiali situati vicino a centri urbani con grande dinamismo, con popolazioni più giovani e opportunità di lavoro. Ciò contraddice il suo sospetto iniziale secondo cui “questo tipo di esclusione esisteva solo in comuni molto piccoli, remoti e molto anziani”. Nelle loro conclusioni, propongono che le misure per risolvere questa esclusione “devono essere adattate alle caratteristiche sociodemografiche dei comuni poiché le esigenze di accesso bancario saranno presumibilmente diverse”.
L’opera è stata premiata dalla Fondazione Finsalud, che promuove “il miglioramento della salute e del benessere finanziario, promuovendo il credito e l’innovazione responsabile”. La fondazione ha effettuato studi sui danni alla salute di alcuni prodotti (mutui preferenziali e multivaluta). E ha distinto diverse ricerche sulle “conseguenze biopsicosociali degli sfratti”, “l’attività bancaria come servizio di interesse generale” e “la vulnerabilità finanziaria delle famiglie più povere”.
Al recente IV Forum annuale della fondazione, il professor Fernando Zunzunegui, presidente di Finsalud, ha ricordato che “viviamo in una società finanziaria in cui se non hai accesso a un conto o a un credito sei socialmente escluso”. Il Forum ha affrontato il grave rischio di discriminazione finanziaria subito dagli 1,6 milioni di spagnoli sopravvissuti al cancro. Pablo Franquet, avvocato specializzato in contenzioso bancario, ha sottolineato i nuovi diritti stabiliti dalla Legge sull’oblio oncologico del 2023. “Dopo cinque anni di trattamento radicale contro il cancro, senza successiva ricaduta”, ha precisato, “non possono negarti un credito , rifiutare l’assicurazione o applicare un sovrapprezzo. “Nessuno deve rispondere ad una banca o ad un assicuratore di questa malattia e qualsiasi clausola che implichi una rinuncia a questo diritto è nulla.” “Dobbiamo evitare una doppia punizione per questi pazienti”, ha aggiunto.
Finsalud e Alivia España indagano sulla reale applicazione di questa legge. Asensio Rodríguez, direttore esecutivo di Alivia, ha definito “coraggiosa” la legge spagnola che ha stabilito diritti effettivi cinque anni dopo il superamento della malattia, rispetto ai dieci anni raccomandati dall’Europa. La professoressa dell’Università Complutense Marta Ortega, specializzata in Economia sanitaria, ritiene fondamentale analizzare “cosa succede realmente quando una persona che ha superato il cancro chiede un prestito”. La discriminazione avviene a causa di interessi economici che devono essere regolamentati. La non discriminazione è un diritto europeo fondamentale.