Questo giovedì, l’ex deputato Íñigo Errejón ed Elisa Mouliaá, l’attrice che lo aveva denunciato per violenza sessuale lo scorso ottobre, sono stati convocati a testimoniare dal capo del Tribunale Investigativo Numero 47 di Madrid. Sarà la prima apparizione pubblica dell’ex portavoce di Sumar dopo le sue dimissioni, a seguito di un’accusa anonima di una donna sui social media della giornalista Cristina Fallarás. In esso inviare pubblicata sul caso, la donna ha affermato di essere stata vittima di violenza sessuale da parte di un politico madrileno. Non ha fatto nomi, ma il caso è scoppiato.
Pochi giorni dopo, Errejón pubblicò una lettera in cui annunciava il suo ritiro dalla politica, non chiedeva perdono e alludeva a essere vittima della “linea politica e mediatica” e del patriarcato, oltre a riconoscere di aver in cura da due anni. Il denunciante e l’imputato si recheranno questo giovedì davanti ai tribunali di Plaza de Castilla per testimoniare dopo l’archiviazione e la riapertura del caso.
La denuncia
Mouliaá è, finora, l’unica donna che ha formalizzato una denuncia contro l’ex politico ammesso al processo. Lo presentò lo stesso giorno in cui Errejón si dimise. Nel suo racconto dei fatti, racconta che, dopo essersi conosciuti per un po’ attraverso i social network, un giorno si incontrarono entrambi e andarono a una festa a casa di alcuni suoi amici. L’attrice e giornalista racconta che in quella casa Errejón l’ha toccata e baciata senza il suo consenso dopo averla chiusa in una stanza con un catenaccio. Successivamente si sono recati a casa dell’ex politico dove la donna, secondo lei, avrebbe tentato di nuovo di avere rapporti sessuali, a quel punto l’interprete ha criticato il suo comportamento e lo ha rimproverato di farla sentire a disagio e violata.
Cambio avvocato
Elisa Mouliaá ha avuto tre avvocati. Una di loro, Carla Vall, nota avvocatessa catalana specializzata in aggressioni sessuali e violenza contro le donne, presente anche in casi come quello della calciatrice Jenny Hermoso contro l’ex presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales. L’11 novembre, l’investigatore del caso, Adolfo Carretero, lo ha temporaneamente archiviato e ha sospeso le dichiarazioni del denunciante e dell’imputato perché l’avvocato ha presentato una documentazione medica in cui spiegava che in quel momento non poteva assumersi la responsabilità a causa della sua maternità. e ha chiesto un rinvio. All’epoca Carretero lo aveva ammesso, ma l’avvocato di Errejón, Eva Gimbernat, ha presentato ricorso contro questa decisione, sostenendo che Mouliaá avrebbe potuto nominare un altro avvocato perché Vall era già in congedo di maternità quando è stata assunta per rappresentarla in questo caso. Il giudice ha accolto le loro argomentazioni, sebbene l’avvocato dell’attrice non avesse ancora chiesto la scarcerazione. Il caso è stato riaperto il 12 dicembre ed è stata fissata una nuova data per l’udienza di Mouliaá ed Errejón. La denunciante ha nominato un nuovo avvocato, Alfredo Arrién Paredes, che sarà quello con cui si presenterà in tribunale questo giovedì.
Un’ora e mezza di differenza
I protocolli giudiziari in caso di violenza sessuale stabiliscono che il denunciante e l’imputato non possano incrociarsi in aula o nei corridoi. Per questo motivo entrambi sono stati programmati a un’ora e mezza di distanza: lei alle 11 e lui alle 12.30. Se la dichiarazione di Mouliaá venisse prolungata, si ritarderebbe il momento in cui Errejón potrebbe entrare nelle strutture giudiziarie.
La strategia di entrambi i partiti
Ciò che si può dedurre dalla strategia che Errejón adotterà questo giovedì, sulla base dell’ultima ordinanza inviata dal suo avvocato al tribunale, è che l’ex deputato ha raccontato “una versione diversa” rispetto a quella raccontata dall’attrice nel suo racconto dell’incidente. eventi. Questo partito è convinto che potrà “falsare” quanto affermato dal denunciante “con le procedure probatorie svolte”. Gimbernat ha anche affermato che la storia di Mouliaá è “debole e contraddittoria”.
L’avvocato di Mouliaá assicura che l’attrice riconfermerà il resoconto dei fatti esposti nella denuncia e che ciò influirà sul danno psicologico che questo episodio le ha causato. Inoltre, l’avvocato intende chiedere un nuovo procedimento, ad esempio l’assunzione delle dichiarazioni dei testimoni presenti quella notte alla festa e del terapista che ha in cura la donna da due anni.
La possibilità di non dichiararsi
L’avvocato di Errejón ha tentato la settimana scorsa di ritardare di un giorno la dichiarazione del suo cliente e di rinviarla a venerdì prossimo. Si tratta di una richiesta solitamente comune e che risponde all’esigenza dell’imputato di approfondire la dichiarazione del querelante. Il magistrato però non ha accolto questa richiesta. È possibile, in questo caso, che Errejón approfitti del suo diritto di non testimoniare questo giovedì e poi chieda di comparire volontariamente davanti al giudice, dopo aver analizzato le parole di Mouliaá.