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Energia, Socimis e premi assicurativi: queste le tasse su cui si scontrano i partiti del blocco delle investiture | Economia



Dato il blocco dichiarato a destra e a sinistra, il Governo non ha avuto altra scelta che rinviare questo giovedì al Congresso la Commissione Finanze che voterà gli emendamenti registrati nel disegno di legge che recepisce la direttiva europea sulle tariffe minime alle multinazionali. Questa norma è diventata il veicolo con cui il Ministero delle Finanze vuole approvare la riforma fiscale affidata a Bruxelles, ed è stata integrata da innumerevoli emendamenti presentati nelle ultime settimane dai gruppi parlamentari che sostengono la coalizione. Tuttavia, al momento del voto sulle misure definitive, la difficoltà di trovare consenso ha costretto l’Esecutivo a rinviare l’esame per la seconda volta, questa volta a lunedì.

Il punto di attrito più forte è il mancato rinnovo dell’imposta straordinaria sulle società energetiche. Mentre ERC, Bildu, Podemos e BNG vogliono mantenerlo, Junts rifiuta di dargli continuità e il PNV lo sosterrebbe solo se fosse trasferito al concerto basco. All’interno del governo, Sumar spinge per estenderlo, mentre il PSOE accetta di eliminarlo in cambio del sostegno al sistema bancario. Ci sono anche attriti con altre proposte come la fine del regime fiscale speciale per i socimi (società di investimento immobiliare) o l’eliminazione dell’esenzione IVA per le assicurazioni sanitarie private e le case turistiche. Sembra che ci sia consenso su altre misure come l’aumento delle tasse sul diesel o sugli investimenti.

La complicatissima aritmetica parlamentare ha bloccato la trattativa e il Governo ha deciso di rinviarla di qualche giorno per cercare di raggiungere un minimo comune che i suoi partner abituali sostengono e che servirebbe da punto di partenza per il progetto di Bilancio Generale dello Stato . La sfida è enorme se si considera l’antagonismo ideologico che PNV e Junts da un lato, e i partiti di sinistra dall’altro, instaurano in materia fiscale. Senza dimenticare le guerre discorsive inscenate da Junts e ERC, dal PNV e Bildu, o da Sumar e Podemos, per occupare i rispettivi spazi.

La pressione aumenta, perché da questa riforma dipende in parte il quinto versamento dei fondi europei, pari a 7,2 miliardi di euro. Per questo motivo, diverse fonti governative consultate ieri hanno affermato che se lunedì non ci saranno reali progressi, è probabile che il recepimento verrà votato senza emendamenti e che la riforma fiscale verrà tentata più tardi, negoziando con Bruxelles per non perdere l’esborso. Non c’è altra scelta, perché il tempo stringe e la Spagna è obbligata ad approvare entro la fine dell’anno la direttiva europea che stabilisce un’imposta minima del 15% per le multinazionali. Il Governo è in ritardo ed è già stato portato davanti alla giustizia europea dalla Commissione.

La tassa sull’energia, il grande ostacolo

Nelle ultime settimane i gruppi parlamentari hanno integrato attraverso diversi emendamenti le loro principali richieste in materia fiscale. Prima è stata la volta del PSOE, Junts e PNV. I tre partiti, in cambio della fine della proroga dell’imposta sull’energia, hanno concordato una proroga di tre anni dell’imposta bancaria e un’altra serie di aumenti delle tasse sul tabacco, sul gasolio e sui redditi da capitale nell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Con questa premessa, il PSOE e Sumar hanno concordato giorni dopo un altro accordo che prevedeva la fine del regime fiscale speciale per i socimi (società di investimento immobiliare) e l’esenzione IVA per le assicurazioni sanitarie private e le case turistiche. Il partner di minoranza della coalizione, tuttavia, ha continuato a difendere la continuità della tassa sulle società energetiche, cosa su cui hanno insistito anche ERC, Bildu, BNG e Podemos, i cui voti sono essenziali per portare avanti la riforma.

La tassa sull’energia, che come quella bancaria è nata per agire sugli utili straordinari che le grandi aziende del settore hanno ottenuto a causa dell’inflazione, lo scorso anno ha incassato più di 1,5 miliardi di euro. Sebbene il PSOE e Sumar abbiano concordato di estenderlo nel patto di governo, le pressioni di aziende come Repsol e Iberdrola e il forte rifiuto di Junts – i cui voti sono essenziali – hanno finito per rimuoverlo dall’equazione. I partner di sinistra ricordano però al governo che anche il loro sostegno è fondamentale e chiedono maggiore ambizione nei negoziati.

Fine del vantaggio dei socimis

Allo stesso modo in cui i partner della sinistra del governo rifiutano l’eliminazione dell’imposta sulle società energetiche che Junts ha trasformato in una linea rossa, i nazionalisti catalani criticano alcuni dei punti che sostengono l’accordo tra PSOE e Sumar. Uno dei più controversi è l’eliminazione del regime fiscale speciale per i socimi – le società di investimento quotate nel mercato immobiliare –, messo sul tavolo per contribuire a migliorare l’offerta di alloggi in affitto, secondo la coalizione. I socimi, esenti dal pagamento dell’imposta sulle società, sono veicoli di investimento presenti in diversi patrimoni immobiliari come uffici, centri logistici, alberghi, centri commerciali e, in misura minore, abitazioni. La minaccia fiscale del governo ha scosso il settore e aziende come Merlin e Colonial hanno minacciato di lasciare la Spagna se perdono il loro vantaggio, il che ha portato Junts a respingere la misura. Anche i nazionalisti catalani si sono schierati contro la possibilità di porre fine all’esenzione fiscale per le assicurazioni sanitarie private. E ci sono anche alcuni dubbi sulla fattibilità della proposta del governo di eliminare l’esenzione IVA per gli appartamenti turistici e di creare un’imposta sul lusso.

Principio dell’accordo

Le modifiche concordate con Junts e PNV, i due duri del Governo, prevedono la permanenza per almeno tre anni dell’imposta straordinaria sulle banche con un ridisegno progressivo a seconda del reddito di ciascun ente. Inoltre, un aumento delle tasse sul gasolio, sui redditi da capitale dell’Irpef e sulla nicotina delle sigarette elettroniche e del resto del tabacco. Si presume che tutte queste misure, almeno in teoria, avrebbero il sostegno dei partner di sinistra. Questi sarebbero anche favorevoli all’inclusione di nuove funzionalità che combatterebbero le frodi nell’IVA sugli idrocarburi e correggeranno gli errori tecnici nella riforma del ministro delle Finanze del PP, Cristóbal Montoro, sull’imposta sulle società.



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