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È morta Rosita Missoni, cofondatrice dell’iconico marchio italiano a zigzag | Moda | Moda S


Rosita Missoni, cofondatrice del marchio italiano, è morta all’età di 93 anni, secondo la rivista specializzata. Abbigliamento da donna quotidiano. Soprannominata la nonna della moda, l’italiana creò nel 1953 con il marito Ottavio ‘Tai’ Missoni uno dei marchi più innovativi dell’epoca, e uno di quelli che, ancora oggi, sono ancora presenti nell’immaginario collettivo quando parlano di fatto in Italia.

Alla fine degli anni Cinquanta non era comune per un’azienda, tanto meno focalizzata sul lusso, creare capi femminili in maglia dai colori impressionanti, disegnati per offrire comfort e libertà di movimento al corpo. Ma i Missoni erano al di sopra dello stile dell’epoca, molto più corsettati in ogni senso del termine. Rosita conosceva in prima persona il mondo dei tessuti, poiché la sua famiglia gestiva un’azienda tessile focalizzata sull’abbigliamento per la casa. Ottavio, un atleta, gareggiò nei 400 metri a ostacoli alle Olimpiadi di Londra del 1948. Lì si incontrarono. Poco dopo, lui e un amico hanno creato Venjulia, un marchio sportivo che commercializzava localmente tute sportive moderne lavorate a maglia. Finché, dopo essersi sposata, Rosita decide di mettere l’esperienza della sua famiglia al servizio dei progetti di Ottavio.

Ottavio e Rosita Missoni, in visita a Madrid nel 2022
Ottavio e Rosita Missoni, in visita a Madrid nel 2022BERNARDO PEREZ

Missoni nasce già con una vocazione sperimentale: nei primi anni, nel laboratorio di casa a Galleteria (Italia) indagano forme di tessitura fino a trovarne una, basata sull’utilizzo di più aghi, che permette loro di creare motivi geometrici innovativi. Ispirandosi ai mosaici italiani, hanno creato l’ormai famoso motivo a zigzag. Ed è stata proprio l’avanguardia (e l’irriverenza) a trasformare Missoni in un brand di influenza globale. Nel 1967 la coppia fu invitata ad una sfilata al fiorentino Palazzo Pitti, oggi sede della fiera maschile Pitti Uomo e poi sede della nascente settimana della moda italiana. Rosita diede ordine ai suoi stilisti di togliere i reggiseni alle modelle, perché i loro modelli semitrasparenti in maglia permettevano di vederli e, soprattutto, perché non corrispondevano alla libertà di movimento su cui si basava tutta la sua produzione. Non sono tornati. Ma non era necessario; Quella sfilata catturò l’attenzione di due delle donne più influenti dell’epoca, la stilista Anna Piaggi e Diana Vreeland, allora caporedattrice dell’edizione nordamericana di Voga. In realtà i capi Missoni erano una versione stilizzata e lussuosa dei capi bohémien e quasi unisex che cominciavano a vedersi per strada e che avrebbero vissuto la loro epoca d’oro con l’affermazione globale degli hippy negli anni Settanta. Se già indossavano le tuniche colorate di Ossie Clark e Pucci, subito dopo anche il jet set dell’epoca si dilettava con i capi in maglia a zig zag di Missoni per riflettere quell’edonismo tipico dell’epoca. “La loro maglieria è diventata status symbol internazionale, come le borse Vuitton o le scarpe Gucci”, ha scritto. Il New York Times nel 1973.

Ottavio e Rosita Missoni nel loro studio negli anni Settanta
Mondadori (Mondadori via Getty Images)

Nei decenni successivi Missoni, già trasformata in un’istituzione italiana, vide come la sua influenza estetica si diluiva alla ricerca di altri marchi dall’estetica più massimalista ed esuberante, così Rosita decise di espandere l’attività tornando alle origini, ovvero lanciando capi di abbigliamento della casa e della tappezzeria con l’emblematico zigzag. Nel 1997 si ritira dalla moda per dedicarsi a questa nuova divisione focalizzata sull’interior design. Ottavio farà lo stesso e si ricicla come costumista di teatro e opera. “Per dedicarsi a questo bisogna avere curiosità e passione, e la mia passione si è esaurita”, ha detto. Fu allora che la figlia Angela iniziò a farsi carico della direzione creativa, il figlio Luca del marketing dell’azienda e Vittorio come direttore esecutivo fino alla sua morte, avvenuta nel 2013 in un incidente aereo, lo stesso anno in cui morì Ottavio.

Oltre all’audacia nel disegnare, in pieno dopoguerra, capi basati sul colore e sulla ribellione, Rosita Missoni si distinse per aver preso la sua azienda di moda non come uno stile di vita, ma come un business. Sebbene l’azienda guadagnasse sempre di più, soprattutto negli anni Settanta, la coppia decise di crescere a un ritmo sostenibile e senza ambizioni: “Tai diceva sempre che non ha senso guadagnare soldi se non si ha tempo da spendere in seguito. ” ”, ha ricordato in un’intervista a Il Guardiano.

Sfilata Primavera Estate 2023.
Sfilata Primavera Estate 2023.

Sua figlia Angela ha dimostrato la stessa filosofia nel 2012, quando è andata in pensione “per non avere impegni e poter andare in spiaggia”, come ha dichiarato alla rivista Il business della moda. Un anno prima avevano venduto il 41,2% della società all’investitore italiano Fondo Strategico (FSI). Dopo la breve parentesi biennale di Filipo Grazioli alla direzione creativa, qualche mese fa era stato annunciato che sarebbe stato Alberto Caliri, in azienda dal 1998, a coordinare il design del brand. In qualche modo, tutto rimane ancora a casa.



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Luca

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Salve, mi chiamo Luca e sono l'autore di questo sito con utili consigli di cucina. Sono sempre stato affascinato dalla cucina e dagli esperimenti culinari. Grazie a molti anni di pratica e all'apprendimento di diverse tecniche culinarie, ho acquisito molta esperienza nel cucinare diversi piatti.